Pagelle – Conte ha indicato una strada nuova, fatta di fatica, nervi e palle

Grazie a Conte, è il Napoli più forte di sempre nella testa. Lukaku, festeggiano anche i tanti che gli hanno fatto i chiodi ogni partita

Conte

Napoli's Italian coach Antonio Conte is thrown in the air by his players as they celebrate after winning Italian Serie A football match between Napoli and Cagliari at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on May 23, 2025. (Photo by Carlo Hermann / AFP)

Conte ha indicato una strada nuova, fatta di fatica, nervi e palle

Le pagelle di Napoli-Cagliari 2-0 e dello scudetto del Napoli, a cura di Fabrizio d’Esposito.

MERET. Il Maradona è un tappo di silenzio e di ansia pronto a saltare per il suo Quarto Capodanno Tricolore e per fortuna i rossoblù sardi non vanno oltre il rango di comparse minori. Il temuto bellicismo dei quattro mori non spara manco a salve (stasera il Quattro è numero nostro e basta), la porta resta ancora una volta vergine e il giovane Meret diventa il portiere di due scudetti. Uno così non può essere che un gigante – 10

DI LORENZO. Il calcio è questione di zebedei, di attributi e l’Eurocapitano lo dice chiaramente: “Abbiamo avuto le palle”. E la destra formata da lui e Na-Politano è la migliore di questo Paese, che attacca e difende fino allo stremo delle forze. Stasera il portamento di DiLo è ancora più imponente e solenne, laddove la possibile fuga dell’estate scorsa diventa la seconda favola tricolore del capitano. Due scudetti con la fascia sul braccio. Come Lui. E abbiamo detto tutto – 10

RRAHMANI. Stasera Amir si diverte nell’offesa. La prima vera occasione per segnare è la sua, al 15’. Indi si propone persino con una finta brazileira. Ma il capolavoro è quando krolleggia (nel senso di Ruud, stasera c’è posto per tutti i campioni azzurri) con quel lancio infinito che sospinge Lukakone Nostro verso il due a zero della felicità – 10

OLIVERA. Mati l’Uruguagio tituba almeno due volte nelle respinte difensive (con una manda al tiro Zortea) ma sono peccati veniali in una serata in cui la gloria prende forma minuto dopo minuto – 10

SPINAZZOLA. Il verbo sembrare è ambiguo, mantiene margini di incertezza, ma col suo andirivieni di stasera – tra cross e una doppia chance per segnare – Zio Spina sembra un fuoriclasse ritrovato, età permettendo – 10

MAZZOCCHI dall’85’. Nel Napule spallettiano fu Gaetano l’autoctono del Terzo, quest’anno è don Pasquale. Il Maestro in panca è un sentimentale, bisogna dirlo – 10

POLITANO. Al 10’ anziché assistere Lukakone Nostro si cimenta in un tiraccio frettoloso e sbagliato ma è l’unica macchia nell’ennesima partita da pendolare della destra, in cui rifulge il cross che McDomine rovescia in rete – 10

NERES dal 61’. Il profeta David torna addirittura per mezzora e sparge terrore puro tra i sardi. Poteva segnare almeno due volte ed è efficace anche nei recuperi difensivi – 10

ANGUISSA. Il Signore della Terra di Mezzo. L’Attesa ricarica tutti, compreso lo Zambo caracollante delle ultime settimane – 10

BILLING dall’85’. Filippo il Lungo ha un posticino tutto suo in questa festa – 10

GILMOUR. Due scozzesi per il Quarto. Uno è Billy the Kid che stasera amministra senza i patemi di Parma – 10

McTOMINAY. Come sostiene il Maestro in panca la storia è meglio scriverla che leggerla (comandamento che piace poco ai sovranisti dell’identità indigena ed estetica) e al 42’ Scott il Rosso alias McDomine trasfigura l’Attesa nella Vigilia del Capodanno Tricolore con una mezza rovesciata da stampare sulle bustine Panini. In serate del genere i gol sono sempre memorabili ma questo lo è ancora di più. Degno di un campione premiato come il miglior giocatore di questa stagione – 10

Il Conte che non si lamenta dopo il rigore tolto di Parma è un esempio di scuola

RASPADORI. Un altro eroe dei due scudetti, Jack Raspad’oro – 10

NGONGE dall’85’. E bravo a Cirillo, il Maestro gli concede altri dieci minuti, con Okafor condannato all’oblio – 10

LUKAKU. Lukakone Nostro appone il sigillo al Quarto con un gol che è volontà di potenza nonché essenza primigenia e cristallina del suo talento. Nelle feste si gioisce tutti insieme, senza differenza alcuna, ma stasera sul carro dei vincitori ci sono anche quelli che gli hanno fatto i chiodi ogni benedetta partita. Sì, il Napule ha vinto lo scudetto pure grazie a lui: da solo Lukakone Nostro, tra reti e assist, vale più di un terzo dei gol azzurri – 10

SIMEONE dal 75’. Anche il Cholito vanta due scudetti – 10

CONTE. Il Var della nostra anima vede e rivede i suoi abbracci con il Duce Aurelio per capire e decifrare l’eventuale afflato emotivo, come già accadde due anni fa con Lucio in the sky. Il Quarto è lo scudetto della meraviglia, per la serie: non lo hanno visto arrivare a Conte. In ogni caso, la sua rivoluzione napoletana è stata rivoluzione vera e inedita e le sue dichiarazioni, giornata dopo giornata, sono un manuale per chiunque arriverà dopo di lui, ovviamente se andrà via. I detrattori la chiamano juventinizzazione (a proposito dove sono quelli che volevano dissociarsi dalla vittoria dello scudetto?) ma in realtà il contismo ha indicato una strada nuova, fatta di fatica, nervi e palle (come gridato dall’Eurocapitano). Questo è stato il Napule più forte di sempre nella testa, in grado di reggere pressioni interne ed esterne insostenibili in altre epoche, quando per esempio si perdeva in albergo. Il Conte che non si lamenta dopo il rigore tolto di Parma è un esempio di scuola da tenere a mente negli anni a venire, l’esatto contrario, per fare un altro esempio, del continuo piagnonismo inzaghiano. Il contismo non è una forza tranquilla, ma tenace e scassacazzi, un’onda lunga che in passato ha fatto bene anche ai suoi successori (come Allegri) – 10

DE LAURENTIIS. Il suo rinsavimento nel silenzio, arginando l’atavico egocentrismo, è stato un valore aggiunto, ché se prendi Conte devi pure accettare le sue condizioni su campo, spogliatoio, allenamenti et cetera. Certo, la rottura a gennaio sul mercato è stata forte, quando la squadra prima in campionato ha ceduto il suo giocatore migliore (ed è per questo che Kvara ora può vantare l’insolito record di aver vinto due scudetti in un anno), ma il contismo è stato capace di trasformare in oro persino l’emergenza. E adesso, vinto il Quarto, la speranza è che il rinsavimento prosegua. Con o senza Conte – 9

ARBITRO LA PENNA. Meno disastroso di Doveri e Chiffi, ma nel primo tempo ha rischiato di spezzare la partita con quella lunga interruzione provocata dai collegamenti faticosi con la sala Var – 5

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