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Juventus, per Tuttosport il processo Prisma si sposta a Milano

La Cassazione si pronuncerà a settembre ma il Procuratore Generale della Cassazione dà ragione ai legali bianconeri sulla giurisdizione

Juventus, per Tuttosport il processo Prisma si sposta a Milano
Db Villar Perosa (To) 12/08/2018 - amichevole / Juventus A-Juventus B / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-John Elkann-Pavel Nedved
La Juventus vince ancora, i pm di Torino sono sconfitti: il processo per l’inchiesta Prisma si sposta a Milano. Lo scrive Tuttosport. Per il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, il Tribunale e la Procura di Torino non sono competenti. Accolte le richeste di Agnelli e degli altri dirigenti della Juventus. Il procedimento proseguirà a Milano, sede naturale perché è lì, dove risiede la Borsa, che si è consumato l’eventuale reato.
Tuttosport scrive:

“Il giudice della Corte di Cassazione emetterà il suo giudizio il 6 settembre, ma quanto scritto da Luigi Cuomo, sostituito procuratore generale, autorizza a pensare che difficilmente verrà presa una decisione diversa da quella motivata nelle 17 pagine di requisitoria, depositate lunedì scorso. È una buona notizia per la Juventus, che fin dall’inizio del procedimento ha spinto per spostare tutto a Milano”.

Insomma, il 6 settembre, salvo clamorose sorprese, il passaggio a Milano del processo dovrebbe essere ratificato. In quel caso,

“la Procura di Milano dovrà esaminare le carte, prendere il controllo dell’inchiesta e procedere con una nuova udienza preliminare nella quale decidere l’eventuale rinvio a giudizio dei vari imputati e, soprattutto, per quali accuse. Se ci fosse il rinvio a giudizio, a quel punto verrebbe fissata una data per la prima udienza. Si scollina ampiamente, quindi, nel 2024 e solo un iter particolarmente veloce porterebbe a una sentenza di primo grado prima del 2025”.

Nelle sue conclusioni, il Procuratore Generale della Cassazione spiega il motivo per cui ha scelto Milano.

«La ricostruzione storica del fatto e la descrizione “tecnico-informatica” della modalità di comunicazione dei dati convergono univocamente nel senso che il “locuste commessi delicti” debba individuarsi in Milano. In quanto luogo dal quale la comunicazione è stata diffusa al mercato, divenendo accessibile ad una cerchia indeterminata di soggetti e, quindi, assumendo quella necessaria connotazione di concreto pericolo per gli investitori».

Tuttosport la definisce “una sconfitta per i pm torinesi”, “che perdono quindi l’inchiesta sulla quale hanno lavorato fin dall’autunno del 2021 con intercettazioni di ogni tipo oltre a svariate perquisizioni in sede e negli uffici dei legali bianconeri”.

“La difesa della Juventus, invece, incassa una prima significativa vittoria”.

Il quotidiano sportivo torinese conclude:

“E molti ora si domandano: ma se il processo penale finisse per ridimensionare le violazioni, se non addirittura archiviarne una parte (le plusvalenze, per esempio), cosa succederebbe alle condanne sportive? Rimarrebbero tali, perché – spiegherebbe un giudice federale – ciò che non è rilevante per la giustizia ordinaria può esserlo per quella sportiva. E, non a caso, la Juventus non è stata condannata in modo “tecnico” dimostrando le specifiche violazioni, ma per il più generale principio di “slealtà sportiva”. Certo, però, che se Milano archiviasse le plusvalenze che sono costate la Champions League (quindi 80/90 milioni) sarebbe, quanto meno, imbarazzante per la frettolosa giustizia sportiva, ma la Juventus non potrebbe farci nulla”.

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