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De Siervo: «Diritti tv? Non siamo tanto lontani dall’obiettivo, ma per noi ogni singolo euro è importante»

«Restiamo ottimisti, ma non abbiamo timore di nulla: se non fosse troveremo un accordo faremo il nostro canale. Sky? È ancora nelle trattative».

De Siervo: «Diritti tv? Non siamo tanto lontani dall’obiettivo, ma per noi ogni singolo euro è importante»
Milano 15/12/2021 - red carpet film 'Diabolik' / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luigi De Siervo

L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa a margine del lancio della nuova radio ufficiale della Lega. De Siervo ha parlato anche della vendita dei diritti tv per il triennio 2024-2027.

«L’Assemblea ha deciso in questa fase di proseguire nel tentativo di migliorare le offerte arrivate, che sono cresciute molto nel corso delle ultime sei settimane. E’ una fase di mercato complessa, gli interlocutori che partecipano hanno spesso idee diverse e questo nella partenza della negoziazione non è la situazione ideale perché ciascuno nella fase iniziale cerca di risparmiare dei soldi. Noi però dal nostro punto di vista sappiamo il valore che riusciamo a esprimere sul campo e fuori dal campo».

All’inizio siete stati un po’ troppo ottimisti? De Siervo:

«No, nel senso che la tecnica del bando presuppone l’individuazione di un valore di riferimento, di aspirazione. E in realtà è sempre stato così. L’obiettivo è fare meglio della volta scorsa, è questo l’obiettivo concreto. E a quello sono sicuro che arriveremo».

Quanto siamo lontani da quei 900-950 milioni di euro a cui è stata venduta la Serie A l’ultima volta?

«Non siamo tanto lontani, ma come sapete ogni singolo euro è importante in questo mondo e vogliamo fare la nostra parte. Ringrazio i broadcaster che in queste sei settimane ci hanno seguito con grande attenzione e pazienza, ognuno ha fatto il proprio mestiere. Serve ancora un passaggio ulteriore e sta anche alla nostra parte individuare una modalità che consenta loro di farlo: restiamo ottimisti, ma non abbiamo timore di nulla. Abbiamo oltre un anno di tempo, siamo partiti oggi con un progetto radio importante che fa parte del nostro modo di essere vicini ai nostri tifosi. E se non fosse possibile trovare un punto d’incontro sulla vendita dei diritti, saremmo pronti a fare il nostro canale. Non solo a produrlo e a realizzarlo editorialmente, ma anche a distribuirlo. I grandi fondi che ogni volta mostrano grande attenzione sono i partner che possono aiutarci in questo progetto».

E’ il triennio televisivo più difficile da vendere?

«Sì, lo sapevamo e l’abbiamo detto in tempi non sospetti. E’ il più difficile perché in questo momento la competizione in Italia è decisamente latente e i soggetti che sono sul mercato hanno ambizioni diverse e questo non è mai il processo ideale per la massimizzazione di un risultato. Scontiamo un po’ la difficoltà globale del mondo delle Ott, non esiste un vero player di pay-tv tradizionale alternativo visto che Mediaset Premium ha abdicato e Sky ha fatto scelte industriali diverse già due anni fa col cambio di proprietà. Abbiamo il sistema di norme più penalizzante in Europa, il contesto non aiuta. Siamo riusciti a migliorare le regole e bisognerà continuare a farlo per il futuro».

L’exploit del calcio in Arabia Saudita è più una minaccia o l’occasione di portare nuove risorse?

«Io la vedo sempre come una opportunità. Intanto perché escono calciatori con uno stipendio non più sostenibile per un modello come quello italiano e aiuta un ricambio complessivo e poi se si analizzano i numeri i calciatori che vanno in questo campionato fanno sempre parte di una cerchia ristretta».

Sky c’è ancora nelle trattative?

«Assolutamente sì. Nel momento in cui dimostrano il loro interesse concreto per la Serie A noi ci siamo e ci saremo sempre».

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