ilNapolista

Scaroni su Berlusconi: «Guardavamo le partite insieme. Non si era mai allontanato dal Milan»

Alla Gazzetta: «È stato un uomo che ha riscosso successo in tutti i settori. In affari, in televisione, in politica e nel calcio»

Scaroni su Berlusconi: «Guardavamo le partite insieme. Non si era mai allontanato dal Milan»
Db Milano 23/09/2018 - campionato di calcio serie A / Milan-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paolo Scaroni

Il presidente rossonero, Paolo Scaroni, è stato intervistato dalla Gazzetta per parlare della scomparsa di Berlusconi e dell’eredità di quest’ultimo. L’imprenditore, nel mondo dello sport, verrà sempre ricordato come colui che ha reso vincente il Milan e riportato il Monza ad alti livelli.

Sul suo primo incontro con Berlusconi:

«Ho conosciuto Berlusconi all’ambasciata italiana a Londra nel 2001, lui era stato appena nominato primo ministro per la seconda volta e io ai tempi lavoravo nel Regno Unito. Da allora la mia vita si è intrecciata moltissimo alla sua: fu Berlusconi a chiedermi di rientrare in Italia per diventare amministratore delegato di Enel e successivamente di Eni».

Quando Scaroni è salito sull’ex poltrona di Berlusconi:

«Sono diventato presidente del Milan e da quel momento i contatti tra noi si sono intensificati ulteriormente. Anche perché il suo amore per i colori rossoneri non si è mai spento. Lo ricordo a San Siro, guardavamo le partite insieme, uno accanto all’altro in tribuna. Quando ha acquistato il Monza, poi, si è dedicato con grande passione alla sua nuova creatura, senza tuttavia allontanarsi mai dal Milan: non si perdeva una partita in tv. È sempre rimasto vicino al nostro club».

Quel costante parlare di calcio con tutti:

«Da grande appassionato ed esperto di calcio, nei primi tempi mi sommergeva di consigli tencici: “Paolo, il mio Milan ha sempre giocato all’attacco, con Sacchi abbiamo rivoluzionato il calcio e abbiamo vinto tutto in Europa e nel Mondo, dando spettacolo. La squadra deve continuare a giocare così anche nei prossimi anni”. Io gli rispondevo: “Silvio, sai che non mi occupo di questi aspetti, devi parlare con l’allenatore”. E lui lo faceva: conosceva tutti benissimo, li chiamava al telefono e chiacchierava con loro di tattica e sistemi di gioco».

Su Pioli:

«Certamente, perché lo stimava tantissimo. Di Pioli apprezzava le qualità da allenatore, ma anche la serietà, la professionalità e lo stile, perfetto per il Milan».

Cosa Scaroni vorrebbe di Berlusconi:

«Mi piacerebbe avere il suo inesauribile entusiasmo e quella incredibile capacità di galvanizzare tutti, dai giocatori e i tecnici fino ai magazzinieri. Berlusconi è stato prima di tutto un grandissimo motivatore: riusciva a cogliere l’animo e le aspirazioni delle persone e sapeva sempre come accendere la scintilla. In fondo parte tutto da questo e la sua storia lo dimostra: dal calcio alla politica, alla base dei suoi successi ci sono sempre stati il coinvolgimento e la passione che riusciva a trasmettere agli altri».

Sull’eredità di Silvio Berlusconi:

«È stato un uomo che ha riscosso successo in tutti i settori. Nel mondo degli affari, perché è stato un visionario capace di rivoluzionare la televisione italiana e portarla in territori che ai tempi nessuno avrebbe potuto immaginare. Nello sport, perché il suo è stato il Milan più vincente di sempre. E in politica: piaccia o non piaccia, per oltre vent’anni Silvio Berlusconi ha giocato un ruolo chiave nella storia del nostro Paese. Era una persona buona e generosa, straordinariamente disponibile. È stato speciale, uomini così non ne nascono spesso, né in Italia né altrove».

ilnapolista © riproduzione riservata