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Polizia, Giannini: «per gestire il calcio ogni domenica impieghiamo 2.700 agenti»

Al CorSera: «E va considerato tutto quel che non accade grazie all’attività di prevenzione. Le scarcerazioni degli ultras non le commento»

Polizia, Giannini: «per gestire il calcio ogni domenica impieghiamo 2.700 agenti»

Il Corriere della Sera intervista il capo della Polizia, Lamberto Giannini. Il tema principale è quello relativo agli scontri tra ultras della Roma e del Napoli sull’autostrada A1, domenica pomeriggio. Giannini ne sottolinea la gravità ma difende ovviamente l’operato della Polizia.

«Ciò che è accaduto domenica scorsa è molto grave, ma grazie all’attività di prevenzione e intervento siamo riusciti a impedire un contatto diretto tra i due gruppi di tifosi di dimensioni più ampie, e a evitare conseguenze ben peggiori».

Continua:

«Ferme restando le prerogative dell’autorità giudiziaria credo che ai responsabili, da individuare attraverso indagini che devono essere e saranno condotte con celerità e professionalità, si possano addebitare reati gravi soprattutto per lo scenario in cui si sono verificati, che hanno messo a repentaglio l’incolumità pubblica e la sicurezza dei trasporti. Bisogna però considerare anche quello che non è accaduto grazie all’attività informativa e di prevenzione. Ritengo che la chiusura da parte delle forze di polizia della stazione di servizio dove gli ultras napoletani erano in attesa di quelli della Roma abbia impedito scontri ancora più consistenti. E in tante altre occasioni, siamo riusciti a evitare disordini. Di queste attività, come è giusto, non si è parlato perché non è successo niente. Ma, solo per darle un’idea dell’impegno profuso in questo settore, le dico che nella giornata di domenica 8 gennaio, abbiamo impiegato, solo dei reparti inquadrati, quasi 2.700 unità, inviando rinforzi per la gestione di 34 incontri di calcio di varie categorie. Questo avviene tutto l’anno».

Saranno presi provvedimenti contro il tifo violento? Curve chiuse, divieto di trasferte o Daspo a vita? Giannini risponde:

«Il legislatore farà le sue scelte, ma credo che già ora ci siano strumenti sufficienti per arrivare a sanzioni importanti, sia sul piano penale che amministrativo. E questo servirà a fermare e sanzionare adeguatamente soggetti coinvolti in questo episodio e che magari già in passato sono stati protagonisti di casi analoghi».

Intanto, però, i primi arrestati sono già liberi.

«Si tratta di decisioni dei giudici relative alla fase cautelare che non posso e non intendo commentare, ma le nostre indagini vanno avanti. Nuove misure sono sempre possibili, ma penso sia necessario mantenere un certo grado di proporzionalità e distinguere i violenti che mettono in pericolo la sicurezza pubblica da chi vuole solo assistere alle partite. Da ogni evento critico dobbiamo trarre indicazioni per capire come migliorare il nostro servizio e l’evoluzione del fenomeno. Ora gli incidenti si sono trasferiti dagli stadi ad altri luoghi e ci stiamo adeguando, ma il trend degli incidenti gravi è comunque in diminuzione».

Ci sono collegamenti fra ultras ed estremismo politico, o con la criminalità organizzata, o addirittura strategie di infiltrazione tra un mondo e l’altro? Giannini:

«L’ultras violento non è un marziano, avulso dal contesto in cui vive o con il quale ha relazioni; se ha contatti con
l’estremismo politico o con la criminalità porterà in quell’ambito i propri comportamenti. Non ci sono evidenze di infiltrazioni o addirittura di strategie finalizzate alla commistione tra fenomeni diversi, bensì di singole persone o gruppi che portano i loro comportamenti violenti in situazioni diverse».

C’è chi sospetta che verso il mondo ultras abbiate quasi un occhio di riguardo, mentre non esitate a usare la mano pesante verso le contestazioni studentesche o le proteste politiche. Giannini:

«Questi discorsi non appartengono alla polizia e alle forze dell’ordine. Noi procediamo in ogni occasione per
garantire la sicurezza ed evitare reati, e cerchiamo di farlo nel migliore dei modi. A volte non tutto fila liscio, ma ritengo che anche in un momento di crisi e disagio legati prima alla pandemia e poi alla contingenza economica, l’ordine pubblico sia sempre stato garantito. Talvolta si sono registrate tensioni, ma sono riconducibili solo alla difficoltà di gestione di situazioni complesse. La polizia e le forze dell’ordine hanno, sempre, una sola appartenenza chiara: ai cittadini italiani. E rispondono alla legge, che a loro volta devono far rispettare».

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