Cremonini: «Sto riscoprendo Kurt Cobain ma è meglio morire lentamente che bruciare in fretta»
Al Corsera: «Viviamo tempi aggressivi. C'è una bulimia di contenuti a scapito della qualità che va verso il basso. Mihajlovic non voleva essere giudicato dalla malattia»

Lg Cattolica (Fo) 20/07/2013 - concerto Cesare Cremonini / foto Luca Gambuti/Image nella foto: Cesare Cremonini
Cesare Cremonini intervistato dal Corriere della Sera.
«Il mio terrore è sempre stato quello di svegliarmi un giorno e dirmi “ormai sei grande, la musica è stata un’esperienza giovanile”. I 20 anni non ci sono più, a 40 sei ancora giovane ma ti chiedi se la passione rimane. Questi tempi aggressivi non aiutano: non memorizzano nulla e danno una sensazione di vuoto a quello che fai come artista. L’attenzione è ridotta e c’è una bulimia di contenuti a scapito di una qualità che va verso il basso».
Ha iniziato a 18 anni con i Lùnapop: il successo le ha portato via qualcosa?
«Vedo tanti colleghi che si raccontano con un documentario. Io avrei qualche difficoltà. Se guardo i filmati e le registrazioni del mio archivio vedo molta vita fino ai 22 anni. Poi mi chiudo in uno studio di registrazione per 12 anni per costruire una carriera in prospettiva. Sento tanta plastica intorno e sto riscoprendo Kurt Cobain e i Nirvana. Ma se lui nel biglietto di addio scrisse “è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente”, io dico che è meglio morire lentamente».
Lei tifa Bologna: l’esonero di Mihajlovic?
«Sinisa ha sempre detto che non voleva essere giudicato per come stava ma per quello che faceva. La società ha diritto di fare scelte che ritiene giuste e comunque conoscendo la dirigenza credo abbiano valutato tutto. Rispetto per lui e per la società».