Lo ha fatto con uno stile che, sbagliando, non gli riconoscevo. Senza polemiche aperte o sottointese. Senza Lacrime napulitane, senza dirci il nome dei suoi figli
In fondo fare ammenda dei propri errori di valutazione, correggere i propri giudizi è piacevole. Perciò mi fa piacere tornare su Lorenzo Insigne. Il cui comportamento, ex post, è stato esemplare. Certamente sarebbe rimasto a Napoli con grande gioia se avesse trovato un accordo economico con il Napoli che soddisfacesse le sue aspettative. Poiché ciò non è stato si è tuffato nel mare d’oro canadese ed è andato via. Ma lo ha fatto con uno stile che, sbagliando, non gli riconoscevo.
Non ha giocato a fare il martire. Né ha intonato il motivetto commovente di Lacrime napulitane. È andato a giocare a Toronto e lo ha fatto quasi in punta di piedi. Senza pretendere di essere acclamato da una città adulante. Senza polemiche aperte o sottointese. Senza lanciare messaggi ricchi di metatesti intriganti. Senza che nessuno sappia come si chiamano i figli. Insomma Lorenzo Insigne ha dato a tutti, compresi i suoi compagni, una lezione di stile. E direi ancor più di dignità. E di sprezzo del ridicolo. E quasi quasi qui lo abbiamo dimenticato già. Io per primo. Questo calciatore che, se soltanto il fisico lo avesse sostenuto un po’ di più, forse poteva davvero diventare un grande. Come abbiamo già dimenticato Hamsik altro esempio di buon gusto e signorilità. Ma restiamo su Lorenzo Insigne. Che dire in conclusione? Nemo profeta in patria.