Impongono chi deve andarsene e chi non può venire, ma i gol li fanno i calciatori, i soldi li mettono i presidenti, gli allenatori la faccia e i diesse il fiuto
Che diritto hanno i tifosi di dire no all’acquisto di determinati giocatori? Se lo chiede Gabriele Romagnoli su Repubblica, scrivendo di un fenomeno sempre più diffuso.
“Anche il calciomercato ha i suoi loggionisti. Dall’alto delle gradinate, tra fischi e hashtag, impongono chi deve andarsene e chi non può venire. O almeno ci provano”.
Lo hanno fatto i tifosi dell’Atletico Madrid con Cristiano Ronaldo, quelli del Manchester United con Arnautovic e anche i tifosi del Valencia con Gattuso, ma a differenza di quelli del Tottenham non sono riusciti nell’obiettivo. Acerbi è un esempio: i tifosi della Lazio hanno favorito il suo allontanamento, quelli dell’Inter hanno provato ad opporsi al suo arrivo.
“Il tifo ha una memoria di ferro, ma la piega alle teorie del complotto. Si può anche capire la discesa in piazza contro la cessione di Signori, molto meno il veto a un giocatore. La curva nord interista che si rimette alle decisioni della società fa una concessione o sancisce una sacrosanta ovvietà? I presidenti ci mettono i soldi, i capi dell’area tecnica il fiuto, gli allenatori la faccia. I tifosi: decenni di sofferenza e passione, più di ogni altro, certo. Che diritti ne conseguono? “Valiamo più dei giocatori”, hanno scritto. Ma è un valore affettivo. I gol li segna Immobile”.
Lo stesso accade a Napoli.
“Per chiudere il cerchio si torna a Cristiano Ronaldo. Che cosa pensano i tifosi del Napoli: lui o Osimhen? Un paio di millenni fa la folla scelse Barabba”.