I sentimenti nel calcio non esistono. La gestione aziendale è una cosa, il tifo un’altra. Ora tutto dipenderà dalla capacità del Napoli di pescare calciatori
Con un colpevole ritardo di ben 4 anni il Napoli finalmente dismette, per obsolescenza, o per realizzo, i propri giocatori simbolo. Purtroppo i clienti del Napoli non si smentiscono. Come bambini credono ancora a Babbo Natale. Ma la “K2 LTD” porterà ai propri azionisti per i prossimi tre anni quasi 30 milioni di euro di dividendi. Ed è giusto che sia così. I sentimenti non esistono nel calcio. Amiamo ripeterlo. Questo assunto non sembra entrare nella testa del cliente medio. Tuttavia non si è ancora formalmente concretizzata la cessione del senegalese, ma già sono zeppi i “cahiers des doléances”. La prima in ordine di tempo è la richiesta di dimissioni per Spalletti.
La rinuncia a giocatori che hanno vestito la maglia del Napoli per quasi un decennio non deve impressionare. Per il Napoli, se saprà pescare con intelligenza, si apriranno tutta una serie di interessanti prospettive, che ovviamente il tifoso medio non riesce a vedere. Ma fa tutto parte delle reazioni pavloviane della odierna società italiana, nella quale ci si aggrappa a certezze che non lo sono, e si incolpa sempre qualcun altro delle proprie infelicità. Come ebbe a dire ADL, quando parlò dei vessati. Cosa non vera. Ma verissima. Le enormi aspettative che non riusciamo a sostenere nelle nostre vite imperfette si riflettono sulla propria squadra del cuore. Senza avere alcuno “ius” su di lei.
Ovviamente il Napoli non può fare da baby-sitter alla marea di neonati che frignano, completamente a digiuno di gestione aziendale e sportiva. In questo caso la società attraverso i propri canali deve rimpiazzare in maniera futuribile i partenti. Senza nomi di grande appeal nel breve. Ma che nel medio-lungo periodo possano diventare altrettanto insostituibili come i partenti odierni. Poi ovviamente se la società deciderà di regalare uno slancio faccia pure. Ma uno scontento costoso non ci sembra l’ideale per un Napoli che ha scampato una crisi economica post-pandemica, proprio perché ha sempre evitato colpi di testa, che personalmente non ci fanno battere il cuore.
Anche nel Napoli di questi anni, i calciatori simbolo di questi anni sono sempre partiti come degli “underdog”, riuscendo ad ottenere risultati che andavano ben oltre le previsioni iniziali. I tifosi sono laterali rispetto alla parabola della squadra. Per loro bastano 4-5 vittorie per tornare ad essere entusiasti. Sono le vittorie che creano entusiasmo. Vincere aiuta a vincere. Commenti ed uscite malmostose sono sempre appannaggio di coloro che affollano il Barnum presente attualmente a Dimaro.
Dybala si? Dybala no? Se per Spalletti è ok, vuol dire che è perfetto. Dio ci scampi dal ritorni di fiamma. Un remake del diavoletto rosso sarebbe una mini restaurazione di cui non abbiamo bisogno.