«Il mental coach si occupa di felicità. Perdiamo un sacco di tempo con quello che non ci piace»

Repubblica intervista Nicoletta Romanazzi mental coach di Jacobs: «Viviamo di abitudini, nel terrore di uscire dalla nostra comfort-zone»

Jacobs bolt

Tokyo (Giappone) 06/08/2021 - Atletica Leggera staffetta 4x100 mt / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Marcell Jacobs

Repubblicsa intervista Nicoletta Romanazza mental coach che nella notte ai Mondiali in Oregon ha deluso in batteria, è arrivato secondo e si è qualificato per le semifinali col decimo tempo. Ovviamente l’intervista è precedente alla gara di Jacobs.

Parla di Jacobs prima dell’incontro con lei.

«Un blocco mentale, come spesso succede quando siamo di fronte a sfide così importanti. In quei venti minuti ci siamo concentrati sulla respirazione, abbiamo ripercorso il nostro anno di lavoro insieme. Per troppo tempo Marcell ha patito il giudizio esterno ed è stato consumato dalla tensione: ogni volta in cui dai potere a quello che succede fuori di te, lo stai perdendo tu. Anche l’essere stato abbandonato da piccolo dal padre era un vuoto che Marcell, in apparenza, non percepiva. La vera medaglia d’oro è stata fare pace con se stesso, sciogliendo i nodi. La grande forza nasce da una fragilità addomesticata.

Mi occupo di ipotesi di felicità. Tutto nasce dai desideri e dai sogni. Perdiamo un sacco di tempo con quello che non ci piace o ci manca, e trascuriamo ciò che davvero vogliamo. Cosa mi fa stare bene? Cosa mi piace?».

Viviamo di abitudini, nel terrore di uscire dalla nostra comfort-zone. La scomodità è il primo passo per un cambiamento autentico: conta l’azione, ma senza la puerile

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