Al Messaggero: «Tutti si arrabbiano per la nostra satira, ma nemmeno poi troppo. Ci riconoscono una certa trasversalità».

Il Messaggero intervista Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, genovesi, fanno coppia in scena, come comici, da 30 anni. Dal 9 giugno saranno al cinema con “Il giorno più bello”, commedia remake del cult francese “C’est la vie – Prendila come viene”, diretta dal regista debuttante Andrea Zalone, storico autore e “spalla” di Maurizio Crozza.
Qualcuno si è mai arrabbiato per la vostra satira?
Paolo: «Tutti, ma nemmeno poi troppo. Ci viene riconosciuta una certa trasversalità, meniano colpi a destra e sinistra».
Luca: «La base con meno senso dell’umorismo è quella grillina. Il loro movimento, un po’ settario, non prevede l’ironia. Ma noi non siamo ideologi, ci interessa solo far ridere».
Quanto pesa nel vostro lavoro la correttezza politica?
Luca: «Zero. La nostra unica preoccupazione è far ridere. Ci autocensuriamo solo se una battuta non è divertente».
Paolo: «C’è però un tema intoccabile: le tifoserie di calcio. In quel mondo nessuno è disposto a prendersi in giro».
Chi ha più hater tra voi?
Luca: «Io, mi espongo di più. A volte ho scritto privatamente agli odiatori per conoscere le ragioni dell’accanimento e sono nate delle amicizie. La colpa non è degli hater ma del sistema che permette di insultare per farsi notare».
Vi pentite di qualcosa?
Paolo: «No, semmai sono dispiaciuto per quello che non ho ancora fatto. Scrivere un film, curare una regia».
Luca: «Se tornassi indietro, rifarei gli stessi errori ma più velocemente. Si dice che dalle puttanate si impari sempre qualcosa. Io dalle mie non ho ancora imparato».