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Alla Juventus la programmazione del dopo Bonucci-Chiellini ha partorito De Ligt

Costato 75 milioni, ne guadagna 7,5, dopo tre anni non si è ancora ambientato. Si sono lasciati sfuggire Romero e Demiral, resta solo l’etereo Rugani

Alla Juventus la programmazione del dopo Bonucci-Chiellini ha partorito De Ligt
Db Torino 20/04/2022 - Coppa Italia / Juventus-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Matthijs De Ligt-Giorgio Chiellini

Ci rendiamo conto che oggi sparare sulla Juventus è poco elegante. È vero e ce ne scusiamo. Ma è impossibile non effettuare alcune osservazioni sulla presunta programmazione del club più titolato d’Italia. Dopo una dozzina di stagioni, la Juve torna a concludere un’annata zero tituli. Succede. Capitò anche prima dell’avvento di Antonio Conte nel 2011. Erano gli anni post Calciopoli, post Serie B. Il club degli Agnelli ha poi dominato il calcio italiano per un decennio, conquistato due volte la finale di Champions.

Ce ne occupiamo anche perché il declino della Juventus è un po’ anche il declino del calcio italiano. Quando il club italiano più importante spende 35 milioni per un calciatore modesto come Locatelli, vuol dire che c’è da preoccuparsi. A questo proposito ci piace ricordare un pensiero che Mario Sconcerti regalò lo scorso agosto ai lettori del Corriere della sera: “Abbiamo scambiato Locatelli per Bobby Charlton”.

Tutta l’ultima sessione estiva di calciomercato della Juventus è stata emblematica: è sufficiente pensare all’operazione Moise Kean per sostituire Cristiano Ronaldo, che sembra una battuta da barzelletta.

Quel che sorprende di più è la sciagurata mancanza di programmazione per quel che sarà la futura coppia centrale difensiva degli juventini. I dirigenti hanno avuto anni per studiare come rimpiazzare Bonucci e Chiellini che hanno avuto nell’Europeo il loro canto del cigno. Dopo anni e anni di studio, si ritrovano con Chiellini che saluta, con Bonucci che ha 35 anni, e soprattutto con il grande enigma De Ligt che ad agosto compirà 23 anni. Il difensore olandese è arrivato a Torino ormai tre anni fa, con le stimmate del grande campione. Mino Raiola fu in grado di far spendere 75 milioni alla Juventus e garantire al proprio assistito uno stipendio da fuoriclasse: circa 7,5 milioni mette a stagione. Oggi è il calciatore più pagato dagli Agnelli. Soldi che dovrebbero essere versati per un calciatore di assoluto affidamento. Eppure non è il caso del centrale che è certamente molto forte ma che nel calcio italiano continua a essere in palese difficoltà. Ieri sera, a prescindere dalle polemiche e dal fatto se fossero o meno rigori, è stato il protagonista in negativo di entrambi i falli che hanno portato l’Inter dal dischetto. E non è stata certo la prima volta. Nel primo anno, quello giocato con Sarri in panchina, divenne protagonista di numerosi meme per l’uso disinvolto delle braccia in area di rigore.

Probabilmente nel Barcellona de Ligt diventerebbe il fuoriclasse che sembrava essere nell’Ajax, nella Juventus è un’incognita. E sei un’incognita a 7,5 milioni di stipendio netto l’anno, vuol dire che sei stato un investimento sbagliato.

La Juventus ha visto invecchiare Bonucci e Chiellini e adesso, tre anni dopo, si ritrova come se lo avesse scoperto stamattina. E non c’è soltanto De Ligt ad appesantire la situazione. La Juventus ha giudicato non all’altezza Demiral e non ha investito su Romero che, via Atalanta, è finito al Tottenham di Conte dove è titolare. E adesso si ritrova De Ligt, Bonucci e il misterioso Rugani ex enfant prodige che a luglio compirà 28 anni e che possiamo definire un Fresi minore.

Tu chiamala, se vuoi, programmazione.

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