Il numero uno del Cio dopo il ko della russa: «Era chiaro l’immenso stress che stava vivendo. Non siamo la polizia, non possiamo presentare accuse formali»

La superfavorita 15enne russa Kamila Valieva, al centro della polemica per il sospetto doping alla fine non ha conquistato l’oro: distrutta dalla pressione, nel pattinaggio artistico donne a Pechino, cadendo due volte. Troppo stress. Quando è uscita singhiozzando dalla pista, la sua allenatrice, Eteri Tutberidze, le ha chiesto spiegazioni. L’audio è stato catturato dai microfoni nell’area “Kiss and Cry”, dove le pattinatrici aspettano il verdetto dei giudici di gara.
«Spiegami, perché hai buttato via questa prova? Perché? Perché hai smesso completamente di lottare? A un certo punto, dopo l’axel, hai mollato».
Sull’episodio è intervenuto il numero uno del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach.
«Vederla faticare in quel modo, sul ghiaccio. Provare a ricomporsi ogni volta mentre cercava di completare il suo programma. Si capiva da ogni suo movimento, dal linguaggio del corpo, la difficile condizione mentale che sta vivendo, l’immenso stress che ha provato. Si capiva che avrebbe preferito lasciare la pista e mettersi alle spalle tutta questa storia».
Bach ha definito quel momento «agghiacciante».
«Non siamo la polizia. Non possiamo interrogare o presentare accuse formali. Le nostre sanzioni sono estremamente limitate. Su questo abbiamo bisogno del sostegno dei governi».
Proprio sui tecnici sta indagando l’Agenzia anti-doping internazionale, la Wada.