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Carnevali: «Ingiusto non aver dato a Sky nemmeno gli highlights, in futuro potremo aver bisogno di loro»

A Calcio e Finanza: «In Serie A abbiamo un problema di governance. Dazn? La Lega avrebbe il dovere di vigilare affinché sia fornito un buon servizio»

Carnevali: «Ingiusto non aver dato a Sky nemmeno gli highlights, in futuro potremo aver bisogno di loro»
As Roma 30/12/2017 - campionato di calcio serie A / Roma-Sassuolo / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Giovanni Carnevali

Su Calcio e Finanza una lunga intervista a Giovanni Carnevali, CEO e general manager del Sassuolo. Parla di problemi di governance nella Lega Serie A.

«Il calcio italiano ha grandi problemi. Tra questi uno dei principali riguarda la governance del movimento e questo in molti casi non ci permette di stare al passo con gli altri movimenti europei».

E chiarisce cosa intende:

«Avere un management operativo, libero di prendere decisioni indipendentemente dall’assemblea: 20 società sono tante da mettere d’accordo»

Sulla Superlega:  

«Non ne sapevo niente. Quel giorno mi sentii tradito da Inter, Milan e Juventus. Non puoi essere in Lega e trattare i problemi come se fossimo una entità unica, e poi sottotraccia brigare per creare una lega esclusiva per società super blasonate».

Secondo lei Juventus, Real Madrid e Barcellona riusciranno a crearla?

«Non credo nei modi in cui l’avevano progettata. Per prima cosa deve esserci un sistema meritocratico, in modo da dare a tutti la possibilità di partecipare. Ma secondo me nel lungo periodo e magari sotto l’egida della Uefa e tenendo presente il merito sportivo si arriverà a qualcosa di simile. Il calcio europeo sta fronteggiando una grande crisi economica e teniamo conto che la Premier League sembra avere già spiccato il volo verso una sorta di Nba del calcio. Qualcosa in futuro bisognerà modificare».

Carnevali si esprime anche sui fondi, in particolare sul no della Serie A al fondo CVC.

«In termini strategici eviterei di fare entrare i fondi nella media company della Lega. Per quanto mi riguarda sono favorevole a un canale proprio della Lega che poi deve commercializzare il prodotto in giro per il mondo. Perché dare ad altri margini di guadagno che possiamo tenere per noi? In termini tattici l’entrata dei fondi forse avrebbe avuto un aspetto positivo. Avrebbe creato una nuova società con una governance ben delineata e una catena di comando chiara. Invece in Lega ora si fa veramente fatica a decidere anche su temi prettamente tecnici quali sono i diritti televisivi».

Sui problemi legati ai diritti tv dati a DAZN:

«Non è un mistero che io fossi tra i pochi non convinti dell’offerta di Dazn. Nei fatti i miei colleghi hanno preferito una proposta molto sostanziosa in termini di denaro, e posso capirli alla luce dei danni prodotti dalla pandemia al sistema, ma che sollevava molti punti interrogativi da un punto di vista tecnologico».

Non crede allo streaming?

«Tutt’altro, sono certo che sarà il futuro. Ma bisogna anche essere sicuri che il prodotto venga trasmesso senza intoppi. Forse tecnologicamente non siamo ancora pronti. Nel business il timing di una scelta può fare la differenza tra vivere e morire. Chi segue le partite in tv paga per un servizio e noi come Lega abbiamo il dovere di vigilare. Però mi lasci dire un’altra cosa su questo argomento. Sky ha accompagnato il movimento per 20 anni, fornendo soldi e professionalità al movimento. Trovo sia ingiusto che non abbiamo nemmeno dato loro il diritto di trasmettere gli highlights delle partite. Bisogna avere riconoscenza verso chi ci ha sostenuto, ma questa non c’è stata. Non ne faccio una questione etica ma di opportunità. Chi ci assicura che al termine di questo ciclo DAZN offrirà gli stessi soldi per il prodotto? Meglio trattare bene tutti i possibili partner e broadcaster perché poi in futuro potresti essere tu ad avere bisogno di loro».

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