ilNapolista

Il mistero di Kostas Manolas

Il difensore probabilmente sta vivendo il suo peggior momento da quando è a Napoli. Ma deve essere recuperato, perché non sempre si potrà fare un gol più degli altri

In un’intervista biblica realizzata da The Athletic, l’ex presidente della Roma James Pallotta parla di Kostas Manolas in due occasioni. Lo nomina quando elenca i giocatori migliori scoperti da Sabatini durante la sua permanenza alla Roma, poi quando ricorda l’incredibile gol che sancì il 3-0 sul Barcellona e la qualificazione alle semifinali di Champions League. Due situazioni che danno la dimensione di quanto il difensore sia considerato nell’ambiente giallorosso, anche se spesso ne ha evidenziato la fragilità e i tanti infortuni. Così, quando il Napoli riuscì a prenderlo nell’affare che coinvolgeva Diawara nell’estate 2019, sembrò un ottimo affare per rimpiazzare Raul Albiol.

Manolas è un centrale maturo, abituato a giocare il calcio italiano ad alti livelli con una discreta esperienza in campo internazionale. Il profilo probabilmente più indicato per mantenere alta l’efficienza della difesa. Ciò che è emerso nelle ultime tre stagioni ha evidenziato un aspetto, una certa dipendenza tra il greco e Koulibaly. Senza uno dei due, il reparto va in enorme sofferenza. In parte è dovuto all’apporto modesto dato dai sostituti: Maksimovic, che l’anno scorso aveva chiuso molto bene la stagione, è stato troppo spesso protagonista di errori grossolani, sia di posizionamento che di applicazione; Rrahmani ha vissuto un momento iniziale di difficoltà, riuscendo poi a mostrare diverse cose buone e che fanno ben sperare per il futuro.

Ma i punti più delicati della questione riguardano i due titolari. Rendimento e caratteristiche li hanno messi di diritto tra i migliori centrali del campionato italiano, nel caso di Koulibaly anche d’Europa. Eppure, in senso assoluto non hanno dimostrato a dovere il proprio valore. La confusione, che spesso si è diffusa tra i giocatori del Napoli, ha coinvolto anche loro. Questo è stato maggiormente visibile in Manolas, in particolar modo nell’ultimo mese, che lascia più di qualche interrogativo.

Nella sfida col Genoa dello scorso 6 febbraio, il greco si è procurato una distorsione alla caviglia, uno degli infortuni che ha patito di più da quando è in Italia: tra Roma e Napoli ha saltato in totale 9 gare in 46 giorni di indisponibilità per questo tipo di problema fisico. Ha saltato quindi le partite con Juventus, Atalanta e Benevento, tornando a disposizione per la trasferta col Sassuolo del 3 marzo. In quell’occasione, Gattuso sceglie di mandarlo dentro nei minuti finali per mantenere il vantaggio ottenuto in modo quasi insperato. Ma sarà proprio Manolas a rimettere in partita gli emiliani, che pareggeranno su rigore per un suo fallo su Haraslin, decisamente ingenuo dal momento che l’avversario sembrava impossibilitato a raggiungere il pallone ormai diretto sul fondo.

Un errore che Gattuso non deve aver gradito, perché a quel punto Manolas è rimasto in panchina per tutto il tempo nella sfida successiva col Bologna e addirittura non è stato convocato per la trasferta col Milan per dei piccoli fastidi muscolari. Tornato arruolabile per la partita con la Roma, ha saltato praticamente pure quella, entrando di nuovo nel finale ma con due gol di vantaggio stavolta. C’è stata la sosta e a quel punto il piano dell’allenatore è stato più chiaro: ha voluto recuperarlo al meglio sia da un punto di vista fisico sia sul piano mentale, limitando il suo impiego per averlo rigenerato. Quindi, complice anche la squalifica di Koulibaly, l’ha schierato dal primo minuto contro il Crotone.

La prova che ha offerto contro i calabresi, però, è stata molto negativa. Ha responsabilità su due dei tre gol presi: un suo disimpegno debole e impreciso ha consegnato la palla a Benali in area, che poi è arrivata a Simy; inoltre, la sua marcatura approssimativa ha permesso al nigeriano di segnare anche la seconda rete.

Ed ecco che arriviamo al “mistero”. Perché, al netto delle naturali difficoltà che ogni calciatore incontra in una stagione, la versione più recente di Manolas è distante anni luce da quella offerta in precedenza. Gli errori hanno origine da giocate sbagliate: le capacità di lettura, che erano sempre state apprezzate, sono improvvisamente sparite. E ritrovarle è un dovere per tutti, dal giocatore stesso all’allenatore. Perché non sempre si potrà fare un gol più degli altri, come al Crotone.

ilnapolista © riproduzione riservata