Gattuso per una sera dorme senza pensare ai cambi. In un anno complesso, di Covid e polemiche, di amnesie e di trasformismi
Una domenica delle palme senza il nostro pallone ci riappacifica con i deliri di un anno covidiano che ha lasciato chiuse le porte ma ha aperto le finestre su polemiche senza fine. Sono venuti fuori tutti i filosofi della morale, quelli del “giusto e sbagliato” ma più che altro farisei dell’informazione. “Voi siete i peggiori, odiate il Napoli, noi i migliori”.
Nell’antica Grecia l’ypokrites era l’attore, colui che finge, che pretende di essere riconosciuto per ciò che non è. Ed infatti se le critiche a Gattuso sono state viste come una eccessiva volontà di distruzione anziché come una lucida analisi di coscienza, gli attori recitano scordandosi le basi della etica. Il riconoscimento del lavoro altrui. Condivisibile o meno, opinabile e serio, lecito, democratico. Sul palco dei trasformisti recitano a turno i Demostene che appena un anno fa massacravano Ancelotti e la famiglia per mera propaganda editoriale ed oggi, da una parte puntano il dito all’agorà colma di disincanto per una stagione buttata e dall’altra intervistano parenti o pseudo agenti che realmente destabilizzano l’ambiente, i calciatori, i tifosi. Oppure si sentono in dovere di intervistare allenatori accostati agli azzurri un giorno prima di una gara delicata. Esattamente si comportano da anti-Napoli ma non se ne rendono conto poiché urlare le proprie ragioni, spesso scrivendole in maniera sgrammaticata, è avvicinarsi al popolo.
In una città in cui ogni canale privato ha una trasmissione calcistica al giorno è naturale provare a sgomitare per cacciare febbrilmente la faccia fuori dal sacco ma, in una città in cui ogni canale privato come ogni pagina, sito, social, prova a fare giornalismo esiste anche qualcuno che non dimentica sul serio i principi etici e morali del mestiere.
La domenica delle Palme ci riappacifica col pallone, Gattuso per una sera dorme senza pensare ai cambi.
