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Il Guardian: “Il calcio è diventato un cartello inespugnabile, sta divorando tutto per avidità”

Vogliono far credere che sia colpa della pandemia, ma ormai ci stiamo arrendendo ad un flusso continuo di partite che non ha più senso. Ed è solo l’inizio

I calendari di calcio sono diventati uno “scroll infinito”, come quando continui a spolliciare le notizie su Facebook o Twitter e puoi stare lì per ore perché tanto è un sistema che si autoalimenta, che non ha mai fine. Con la scusa della pandemia, ormai settimana dopo settimana ci sono partite tutti i giorni, sempre di più. E il calcio non ne ha mai abbastanza. I progetti – tipo la nuova Champions – puntano ad imbottire ogni anfratto di tempo libero, finché non scoppierà tutto. E noi staremo lì, sempre più stanchi e inebetiti ad osservare, senza protestare, guardando il sistema che divora se stesso.

Jonathan Liew scrive sul Guardian un pezzo di amara verità: “il calcio s’è appiattito, e si spalma su di noi senza che possiamo opporre resistenza”. E’ diventato “un flusso disorientante e decontestualizzato”, con “i commentatori che ti ricordano la partita che inizia tra un’ora e poi quella dopo ancora”.

“Si è tentati di vedere tutto questo come una realtà imposta dalla pandemia, uno stato di cose temporaneo. Ma ciò significherebbe ignorare le tendenze a lungo termine nel calcio europeo, per il quale l’attuale sovraccarico di contenuti è una prova generale”.

“Arriva un punto in cui ti stanchi semplicemente di inveire contro cose che non puoi controllare. Eppure questo è ciò che rende il momento così pericoloso: la sensazione che guardare distrattamente tutto questo stia trasformandosi in sonnambulismo, in un cambiamento sismico e irreversibile, che il flusso sconcertante del calcio nasconda un precipizio terrificante”.

“Con cento partite in più in un programma che già rompe articolazioni e legamenti Lars-Christer Olsson, il presidente delle Leghe europee, con tutta la stupida magnanimità di un papa del XVI secolo ha detto: ‘Penso che potrebbe essere possibile inserire altre quattro date nel calendario’.

“Abbiamo la sensazione di un cartello inespugnabile che si sta lentamente murando e lasciando il resto di noi a guardare a bocca aperta da lontano”.

I risultati sono già sotto gli occhi di tutti, scrive il Guardian:

“Il Paris Saint-Germain è terzo in Ligue 1. La Juventus sarà quasi certamente detronizzata in Serie A. I due colossi spagnoli sono in diversi stati di crisi. Il Manchester City, l’unico club del paese che può permettersi di avere 250 milioni di calciatori seduti in giro – sai, per ogni evenienza – sta uscendo vincitore da una Premier League esausta. Club più piccoli come Tottenham, Southampton, Burnley e Brighton si stanno caricando di debiti nel tentativo di competere”.

E ancora:

“La parte non di proprietà del Qatar della Ligue 1 sta registrando perdite per oltre 1 miliardo di sterline. Il PSG ha appena ingaggiato uno dei migliori allenatori del mondo e o loro o il City avranno probabilmente Lionel Messi quest’estate. Il Bayern Monaco ha appena tolto ai suoi più grandi rivali Dayot Upamecano. Sinceramente, come pensiamo che finirà tutto questo? Semplicemente non finirà. I club più grandi torneranno tra qualche anno a chiedere qualcos’altro: più partite, squadre più grandi, meno regole, il copyright della parola calcio, chissà“.

E noi consumatori di calcio che nel frattempo “ci chiediamo quando rivedremo le nostre famiglie. Forse, come la maggior parte dei terremoti, questo accadrà mentre guardiamo tutti dall’altra parte, troppo stanchi per protestare”.

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