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Cormezz: Stadio Collana, l’indagine sulla concessione a Giano è ancora incompleta

Lunga riunione in Regione sull’argomento dove c’è scontro con i 5 stelle che considerano assurdo che la situazione sia ancora bloccata a questo punto

Cormezz: Stadio Collana, l’indagine sulla concessione a Giano è ancora incompleta

Il Corriere del Mezzogiorno oggi torna a denunciare la disastrosa situazione in cui si trova lo stadio Collana, dove sono ancora fermi al palo i lavori di competenza della Regione, ovvero quelli relativi alla tribuna  di vico Acitillo e alla piscina di via Rossini.

E altresì ancora in corso l’indagine del commissario ad acta, Pasquale Manduca che, dal 29 agosto scorso avrebbe dovuto esaminare l’atto aggiuntivo alla concessione con cui parte della struttura è stata affidata alla Giano

La consigliera regionale del Movimento Cinque stelle, Maria Muscarà ha sottolineato proprio quest’ultimo aspetto:

«La storia del Collana assume sempre più i contorni di una commedia grottesca. Dopo sei mesi di lavoro e indagine ispettiva del commissario straordinario, siamo di nuovo all’anno zero. In aula l’assessore Marchiello, che detiene la delega al Demanio e che ci ha rivelato di aver lavorato gomito a gomito con il commissario e il suo staff, ha ammesso che l’intera indagine è ancora incompleta ».

La stranezza è che questa variante alla concessione che ha reso possibile la concessione ala Giano è stata elaborata dagli uffici dalla stessa giunta

Il socio di maggioranza della Giano, Paolo Pagliara, ha ribadito:

«L’impianto sportivo è aperto al pubblico da dicembre 2019. Vi accedono altresì gratuitamente le scuole del quartiere, i diversamente abili e le fasce deboli. Attendiamo da oltre un anno di poter riaprire quanto prima ulteriori spazi al fine di incrementare le discipline sportive. La parte della politica che ancora oggi ci attacca ha evidentemente interessi diversi da quelli della collettività che sta usufruendo dell’impianto con entusiasmo. Il concessionario ha già messo e metterà come da accordo in campo le proprie risorse. In questa vicenda noi siamo parte lesa».

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