Littizzetto vs Wanda Nara, le accuse di sessismo sono un’umiliazione per le donne inventata dalle femministe

Sia La Stampa sia Il Giornale difendono la comica di “Che tempo che fa”. «Wanda ha il diritto di spogliarsi, Littizzetto di criticare»

Littizzetto Wanda Nara

Il Giornale e La Stampa scrivono oggi due commenti in difesa di Luciana Littizzetto accusata di una battuta sessista ai danni di Wanda Nara. Per capire occorre partire dalla foto postata da Wanda Nara sul suo profilo Instagram

 

e dalla battuta della Littizzetto a “Che tempo che fa”

«Chissà dov’è finito il pomello della sella, lei si arpiona così. Ha la aJolanda prensile. Il compianto Ugo Foscolo, che scrisse l’ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo, adesso scriverebbe “Ode a Wanda senza mutanda in sella al suo ronzino”»

Questa battuta, che può far ridere o meno, è stata oggetto di insulti sui social che hanno accusato la comica di volgarità e sessismo fuori luogo.

A difendere la comica su La Stampa ci pensa una donna: Alessandra Comazzi sostiene che Wanda ha tutto il diritto di posare come vuole e rendere pubbliche certe immagini, ma ad ogni azione corrisponde una reazione

L’emancipazione fa sì che le donne si possano denudare senza problemi, il corpo è mio e lo gestisco io. Bene: ma se un’altra donna non è d’accordo, interpretando a esempio i tacchi da 12 centimetri all’ora di pranzo come un atto di sottomissione tanto quanto un velo in testa, non deve poterlo dire?

La Comazzi dunque sostiene il diritto di entrambe di esprimersi come meglio credono e pazienza se non tutti le apprezzano.

Sul Giornale Massimiliano Parente scrive

La continua accusa di sessismo è la più grande umiliazione inventata dalla femministe per umiliare le donne fingendo di liberarle.

Il giornalista, pur non amando la Littizzetto, sostiene “drammatica l’insurrezione femminista” che è seguita alla sua battuta. Ma se una battuta simile fosse stata fatta su un uomo, e ne sa qualcosa il povero Fazio bersagliato dalla collega?

La parità è che si sia pari, non un vittimismo usato per prevalere con le lagne che offendono proprio le donne, che dovrebbero lottare per la meritocrazia asessuata, a prescindere dal genere, perché altrimenti diventano una specie protetta, e come tale evolutivamente inferiore per antonomasia.

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