In assenza di testimoni e prove evidenti che riportino ad un possibile assassino si fa strada la possibilità di un gesto estremo di Ansaldi

Ancora tutto da chiarire nell’uccisione del ginecologo napoletano Ansaldi a Milano. Qualche informazioni in più potrebbe arrivare dall’autopsia svolta ieri sul corpo della vittima. Tante le ipotesi ancora sul tavolo degli investigatori che non scartano nessuna ipotesi.
Poche le certezze, come l’assenza di immagini che ritraggano altri a via Macchi, dove è stato ucciso, se non lui stesso. Nessuna impronta sull’arma del delitto che è stata ritrovata vicino al cadavere, segno che l’assassino doveva avere i guanti, come Ansaldi. E soprattutto nessuna telefonata che dia riscontro ad un appuntamento di lavoro come detto dal medico alla sua famiglia.
Un elemento nuovo sembra però emerso, scrive Repubblica, dalla perquisizione effettuata ieri nella sua abitazione
potrebbe mancare un coltellaccio da pane da casa del professionista — la perquisizione di lunedì non ha dato esiti certi — o potrebbe averlo acquistato in contanti nelle tre ore del suo girovagare a Milano, lontano da video e tracciamenti elettronici
Per tutti questi motivi, scrive Repubblica, i carabinieri sono convinti che la soluzione del giallo che ha sconvolto Milano sia quella più inverosimile e insieme più semplice. Il suicidio.
Dopo aver passato in rassegna tutte le possibili varianti, tra cui la rapina, accantonata per prima, poi l’omicidio per interessi economici legati a paradisi fiscali, manca un movente per l’assassinio, un indizio evidente.