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I numeri dicono che il Napoli di Gattuso può puntare in alto

È il secondo miglior attacco e, senza i tre gol della sconfitta a tavolino, sarebbe anche la miglior difesa della Serie A. Nell’ultimo anno solo il Manchester City ha tirato di più

I numeri dicono che il Napoli di Gattuso può puntare in alto

I numeri sono incoraggianti, a due giorni da un altro scontro diretto ad alta quota. Quello con la più vicina delle rivali, che è diventata l’anti-Juve proprio al posto del Napoli, e a cui non resta che impiegare tutte le risorse nella rincorsa allo scudetto e alla Coppa Italia: l’Inter. Entrambe vengono da un successo in rimonta che ridà umore e consapevolezza dopo i pareggi opachi in Europa con Shakhtar Donetsk e Real Sociedad, anche se le conseguenze sono state diametralmente opposte.

Contro la Sampdoria, Gattuso è riuscito a rimediare in corsa a qualche scelta di formazione rivedibile, come l’esclusione di Lozano che poi si è rivelato l’uomo decisivo. Entrato nel secondo tempo, ha segnato, servito un assist e in mezzo ha colpito un palo. Il 2-1 contro i blucerchiati ha confermato dei dati importanti, che inseriscono di diritto il Napoli tra le squadre di vertice della Serie A. Gli azzurri hanno il secondo miglior attacco, proprio dietro l’Inter (26 a 29), e se non si contano i tre gol registrati per la sconfitta a tavolino, sarebbe anche la miglior difesa in Italia. Da un punto di vista realizzativo, aveva fatto meglio di così solo nell’ultimo anno di Sarri e nel 1957, secondo i dati Opta.

In ogni caso, a lungo si è discusso del gioco. L’evoluzione, da questo punto di vista, è continua, anche se forse ci stiamo avvicinando ad un assestamento. Col passare del tempo, sono sempre più delineate certe gerarchie e una formazione tipo, che coniuga la qualità e l’intensità, ma soprattutto la compattezza e l’efficacia nelle due fasi di gioco. Aspetti che Gattuso ha sempre preso in primissima considerazione e che è riuscito a tradurre in campo. Nell’ultimo anno, cioè da quando siede sulla panchina del Napoli, gli azzurri sono la squadra che fanno registrare più conclusioni in una partita di media (17.4) nei cinque principali campionati europei, dietro soltanto al Manchester City di Pep Guardiola (17.5).

Nella valutazione sul calcio espresso dal Napoli, i giudizi non sempre sono uniformi. C’è chi si aspetta che all’elevato tasso tecnico corrisponda un certo senso estetico, chi invece loda la coesione tra i reparti che prima non c’era e chi ancora non condivide l’allontanamento di Gattuso da un certo integralismo. Eppure, il dato sopracitato restituisce l’immagine di una squadra che produce tanto e che in questa stagione ha saputo anche convertire con ottime percentuali, visto che ha concluso al primo posto nel girone di Europa League con la prima attuale in Spagna e la prima (per punti ma non per scontri diretti) dell’anno scorso in Olanda, ed è a quattro punti dal Milan capolista in Serie A.

L’allenatore ha avuto ragione in tante scelte. Ha saputo attendere e gestire Lozano, ha rimesso Insigne al centro del progetto tecnico, ha spinto per la conferma di Mertens e ha voluto fortemente Bakayoko. Decisioni azzeccate, che hanno contribuito sensibilmente a comporre la squadra che oggi ambisce ai traguardi più alti perché ha dimostrato di poterlo fare. I numeri, da questo punto di vista, non mentono mai.

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