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Conte non è riuscito a cambiarne il Dna: torni l’inno “pazza Inter” (4-2 in rimonta al Torino)

La metamorfosi genetica non è riuscita. L’Inter continua ad alternare prolungate amnesie a folate improvvise. L’allenatore ci mette del suo

Conte non è riuscito a cambiarne il Dna: torni l’inno “pazza Inter” (4-2 in rimonta al Torino)

Antonio Conte ha evitato una domenica e una settimana decisamente complicate. Al 62esimo la sua Inter perdeva 2-0 in casa contro il Torino privo di Belotti. L’Inter sembrava ben oltre l’orlo del baratro. Un’ora di niente, con i granata di Giampaolo (ma senza Giampaolo in panchina perché positivo al Covid-19) in vantaggio prima di un gol e poi due. Dopodiché l’Inter, improvvisamente, si accende. Come accadde circa quindici anni fa in Inter-Sampdoria con il 3-2 che gli interisti ben ricordano. La domenica è simile. L’Inter si trasforma. Non è che cominci a giocare bene, ma mostra voglia e desiderio di rimontare e di allontanare una crisi che sarebbe stata violentissima.

Il gol dell’1-2 è quasi rugbistico, è come se fosse un’azione alla mano. Sanchez la butta dentro di rabbia. A quel punto l’Inter sembra giocare sul piano inclinato. Pareggia Lukaku che poi segna anche su rigore e c’è tempo anche per il 4-2 di Lautaro Martinez.

La sensazione è che Conte debba arrendersi al dna di questa squadra che resta pazza. Farebbe bene a riportare l’inno a San Siro. Con lui, i nerazzurri saranno cresciuti – secondo posto, finale di di Europa League – ma restano una squadra che alterna folate soprattutto di prepotenza a stati di amnesia prolungati. L’allenatore ci mette del suo. Continua a far giocare Ranocchia, stenta a schierare insieme Skriniar e De Vrij. I cinque cambi lo aiutano. Per ora Conte è salvo. La settimana prossima andrà a giocare in casa del Sassuolo.

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