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Roma, in fila per ore per il tampone. “Per i controlli sui giocatori di Genoa e Napoli gli stessi tempi?”

Sul Fatto. Drive in e centri per i rientri dall’estero presi d’assalto per i primi raffreddori e i buchi nei protocolli scolastici. Per avere i risultati occorre più di una settimana e la situazione è in peggioramento  

Roma, in fila per ore per il tampone. “Per i controlli sui giocatori di Genoa e Napoli gli stessi tempi?”

Ieri, a Roma, drive-in e pronto soccorso sono stati presi d’assalto da cittadini che chiedevano di essere sottoposti a tampone. Il motivo? I primi raffreddori di stagione e le procedure scolastiche che, ai primi sintomi nei ragazzi, non prevedono l’effettuazione dei test in classe ma impongono ai genitori di provvedere da sé. Lo racconta il Fatto Quotidiano.

Al di fuori dell’ex mattatoio di viale Palmiro Togliatti, ad esempio, già alle 10 del mattino c’era una fila di automobili di quasi due chilometri, con un’attesa di più di otto ore. I teoria, spiega il quotidiano, il centro sarebbe destinato a chi rientra dai paesi a rischio, ma “gli schemi stanno saltando”.

A intasare i drive-in sono soprattutto le scuole. La procedura attuale non prevede che i test, anche rapidi, ai singoli alunni “sospetti” vengano svolti presso gli istituti. Questo mobilita i genitori e li costringe alle lunghe file fuori dai punti mobili. E in alcuni casi, per la riammissione a scuola anche di chi non è mai stato positivo i presidi richiedono il doppio tampone negativo. Poi c’è il tema delle attese dei risultati”.

Fino alla scorsa settimana, per avere il risultato del tampone occorreva aspettare tra i 5 e i 6 giorni, ma adesso il tempo di attesa è aumentato perché sono aumentati i tamponi da esaminare. In tutto il Lazio sono circa 9-11mila al giorno.

Sulla pagina Facebook della Regione Lazio fioccano le proteste, racconta il quotidiano. Che riporta le lamentele di una donna:

“Sono sette giorni che aspetto e sono in isolamento, tutti i numeri che provo a chiamare sono liberi e squillano a vuoto, le email ne avrò mandate una decina… Niente! Il datore di lavoro vuole il referto per il reintegro, voglio vedere se i controlli sui giocatori di Genoa e Napoli avranno gli stessi tempi”.

 

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