Su Repubblica Firenze. Accusati tre ex caporali e due ufficiali. Lo picchiarono dopo averlo scoperto al cellulare. Incastrati dalle telefonate. Lo uccisero e poi nascosero il corpo

Il 16 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa fu trovato il corpo del parà siciliano Emanuele Scieri. Era morto da due giorni. Finora si era trattato di un caso irrisolto per il quale i genitori del ragazzo hanno sempre parlato di nonnismo puntando il dito sui numerosi tentativi dei superiori di insabbiare la vicenda.
Ieri la Procura di Pisa ha chiuso l’inchiesta grazie al lavoro della squadra mobile di Firenze e alla superperizia della dottoressa Cristina Cattaneo. Repubblica Firenze ne scrive.
Erano già emersi alcuni nomi. Quelli dei tre ex caporali Andrea Antico, Luigi Zabara, Alessandro Panella, accusati di omicidio volontario e quello dell’ex comandante della Folgore, il generale Enrico Celentano, accusato di favoreggiamento. A questi si aggiunge Salvatore Remondia, ex ufficiale dell’esercito. All’epoca dei fatti era aiutante maggiore del comandante del reparto corsi. Anche per lui l’accusa è di favoreggiamento.
“A incastrarlo una telefonata fatta a Panella un’ora dopo il ritrovamento del cadavere di Scieri, prova, secondo gli inquirenti, di un tentativo di preconfezionare una tesi difensiva. Secondo le accuse la giovane recluta, 26 anni, morì infatti per un atto di nonnismo dei tre caporali, che beneficiarono delle coperture dei due ufficiali della Folgore. Scieri sarebbe stato sorpreso a parlare al cellulare, e per questo costretto a spogliarsi e a subire percosse. Nel tentativo di sfuggire alla crudele punizione, si arrampicò su una torre ma fu raggiunto da uno dei tre che lo fece cadere. Proprio la crudeltà dimostrata dai tre ex caporali ha spinto gli inquirenti a contestare i futili e abietti motivi”.
L’avviso di conclusione delle indagini descrive le percosse subite da Scieri quando tentò di fuggire.
“uno dei tre gli provocò con un oggetto “una grave lesione alla parte alta del polpaccio sinistro”, poi lo attaccò con “strattonamenti e percosse” e infine, in uno spaventoso crescendo di violenza, gli schiacciò un dito di una mano. Inevitabile la caduta: la morte, secondo la superperizia della dottoressa Cattaneo, fu provocata da “politraumatismi vari alle vertebre e al cranio”.
Scieri morì sul colpo.
E ancora:
“Nonostante il dramma appena consumato, gli ex caporali nascosero il corpo, per poi allontanarsi dalla caserma “godendo di numerose coperture”“.
La telefonata di 4 minuti a Panella, raggiunto mentre era in licenza a casa, un’ora dopo la scoperta del corpo, lo dimostra. Il procuratore Alessandro Crini spiega che
«partì dall’utenza dell’aiutante maggiore ora indagato per favoreggiamento: in quel momento c’erano 800 militari e l’unico a cui il centralino telefona è Panella».
La notte dell’omicidio ci fu anche un’altra telefonata, arrivata a casa del generale Celentano. Questi ha sempre negato di averla ricevuta e anche di essere stato presente quella notte in caserma.
I familiari di Scieri hanno espresso la loro soddisfazione. La mamma, Isabella Guarino, dichiara:
«Il clima è cambiato, c’è la volontà di dare alla famiglia e al Paese la giustizia affinché un atto così non cada nel silenzio si procede sulla strada che cerca di individuare i responsabili di questa violenza assurda della quale mio figlio è stato vittima. Tutti noi e gli amici di Emanuele abbiamo lottato per 20 anni perché si facesse luce, sembrava ci fosse un muro invalicabile per raggiungere la verità. Sono passati tanti anni e tanti momenti di amarezza, sembrava tutto finisse nel dimenticatoio».