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Alla scoperta di Everton Soares il Beep Beep pronto per l’Europa

Con tre reti è stato decisivo nella vittoria in Copa America. Ala brasiliana classica, scattante, ovviamente adeguata ai tempi: sa anche arretrare

Alla scoperta di Everton Soares il Beep Beep pronto per l’Europa

Guai a farsi ingannare dal soprannome. Cebolinha, cipollina. Come un personaggio dei fumetti celebre in Brasile a cui somiglia. Ma basta poco per rendersi conto che oltre all’appellativo assegnatogli dalla narrativa tipica del calcio sudamericano, c’è tanto altro. Everton Soares sta per lasciarsi alle spalle il primo anno da crack, dopo essere diventato il simbolo della vittoria verdeoro della scorsa Copa America. Tre le reti segnate, che gli sono valse il titolo di capocannoniere, ognuna importante a modo suo. La prima, la più bella, è alla Bolivia e indossa la maglia bianca, quella maledetta dopo il Maracanazo, che il Brasile sfidando la superstizione volle rimettere per il centenario. La seconda simboleggia la sua giocata tipica: il dribbling bruciante, il rientro sul destro, la conclusione verso la porta. La terza è quella che ha blindato la vittoria in finale sul Perù, che lo proietta in una dimensione differente. Per Everton, che gioca da sempre nel Gremio, è arrivato il momento di misurarsi con l’élite europea.

Indirettamente già è stato così. In Copa America aveva conquistato velocemente una posizione apicale nelle gerarchie di Tite, scavalcando con merito Douglas Costa della Juventus e Vinicius del Real Madrid. Prestazioni che avevano attirato l’attenzione di Carlo Ancelotti, che ne immaginava l’imprevedibilità nel suo Napoli. L’allenatore voleva un giocatore con queste caratteristiche e sperava di averlo trovato in Lozano, che per le referenze sembrava anche più pronto. Per Everton così ci fu una trattativa soltanto abbozzata, un discorso iniziato con i suoi intermediari senza che arrivasse mai un’offerta ufficiale al club brasiliano. Che come ogni altra squadra in Sudamerica punta a monetizzare fortemente dalla cessione del pezzo più pregiato. Un’operazione, insomma, che sarebbe tutt’altro che semplice ma che garantirebbe un calciatore di livello e pronto per una sfida più impegnativa come può esserlo il campionato italiano.

Everton è nato nel 1996 e ha conquistato diversi trofei col Gremio, a partire dalla Copa Libertadores del 2017. I racconti d’infanzia seguono i luoghi troppo comuni della povertà, del sogno di dare serenità economica alla famiglia attraverso il calcio, di palle fatte di carta e calzini, di un paio di scarpini conquistati dietro le fatiche di enormi sacrifici. Entrato nelle giovanili del Fortaleza, pedalava ogni giorno per sei chilometri per raggiungere il campo di allenamento, facendone quindi altrettanti dopo la seduta per rientrare a casa. A sedici anni la proposta della vita: il Gremio lo vuole portare a Porto Alegre, a circa quattromila chilometri da dove abita. Il giovane Everton è fidanzato, teme di perdere l’amore per rincorrere la carriera. “La sua ragazza poteva aspettare, il Gremio no. Gli feci capire che se non avesse accettato, sarebbe rimasto povero e avrebbe regalato la sua occasione ad un altro ragazzo” raccontò il suo ex allenatore. Si dice che qualcun altro lo abbia consolato con “magari te ne trovi una italiana o tedesca”.

È un’ala pura, Everton, il classico esterno offensivo, generalmente schierato largo a sinistra. Adora rientrare e inventare, calciando in porta o combinando con i compagni a ridosso del limite dell’area, ma sa essere molto pericoloso anche con l’altro piede, con cui conclude e crossa con precisione. Si abbassa molto in fase di non possesso, per poi accelerare e favorire le ripartenze una volta recuperato il pallone. Aspetti che senz’altro avrà notato con piacere anche Gennaro Gattuso, che predilige gli esterni a piedi invertiti ed è molto attento ai movimenti in fase difensiva. I cambi di passo sono considerevoli e le abilità nel dribbling lo portano spesso a creare la superiorità numerica, aiutato anche da un’elevata rapidità nello scatto. Non a caso, infatti, tra i suoi soprannomi c’è anche quello di Papa-Léguas, il corrispondente brasiliano di Beep-Beep. Le valutazioni dell’allenatore e di Cristiano Giuntoli sono positive, Everton è un profilo da Napoli e rientra nella rosa dei nomi del direttore sportivo, così come Azmoun. Russia o Brasile, ruoli diversi, scommesse simili: il prossimo colpo, con cui indicare simbolicamente il nuovo corso, potrebbe arrivare da molto lontano.

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