Lippi: «I campionati devono finire, i verdetti devono arrivare dal campo»

A Libero: «Mi sono piaciute tante cose quest’anno: la Juve, l’Inter di Conte, il grande Rino Gattuso visto al Napoli. E poi c’è l’Atalanta...»

Lippi

Marcello Lippi

Su Libero un’intervista a Marcello Lippi. Domani compirà 72 anni. Commenta l’emergenza sanitaria in corso.

«Sappiamo che dobbiamo attenerci alle regole per battere questo nemico, ma capisco le persone che sono al limite della sopportazione. Non vedono miglioramenti né prospettiva. C’è chi perde il lavoro, le imprese non sanno se potranno riaprire. E stai tutto il giorno in casa a pensarci: è dura. Ho seguito la riapertura di Wuhan con un gioco di luci: in Cina hanno domato il focolaio, ma ora hanno il problema dei contagi di ritorno dall’estero. Mi hanno detto che dovrebbero essere 400-500».

Sulle discussioni per il taglio degli stipendi:

«A me hanno insegnato di fare bene il mio lavoro, dare insegnamenti positivi e trasmettere una bella immagine. È logico che chi vive un’annata negativa vedrebbe di buon occhio lo stop alla stagione. Al contrario la pensa chi ha fatto cose eccezionali: non bisogna sparare troppo addosso ai protagonisti. Ma se la scienza ci permetterà di tornare in campo, il calcio deve farsi trovare pronto. E i calciatori sugli stipendi faranno la loro parte».

Lippi è per la ripresa del campionato.

«Non sono d’accordo con la chiusura anticipata dei campionati, non si possono cancellare sei-sette mesi di risultati. I campionati devono finire, i verdetti devono arrivare sul campo. L’unica cosa importante è ripartire in sicurezza. Si finisce a ottobre? Quindici giorni di vacanza e si torna in campo. Altrimenti saremo sommersi di ricorsi al Tar che bloccheranno anche la prossima stagione».

E commenta le cose che gli sono piaciute in questo anno di calcio.

«Mi sono piaciute tante cose quest’anno: la Juve, l’Inter di Conte, il grande Rino Gattuso visto al Napoli. E poi c’è l’Atalanta…».

 

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