de Magistris: «Cittadini e lavoratori pagano lo scontro tra governo e Regione»
Sul CorMez. Il sindaco contro De Luca che chiude le librerie: «Conte dice A e lui B, e non è bello. La cultura non interessa a nessuno»

Non bastava la guerra sulle pastiere a domicilio. Tra il sindaco de Magistris e il governatore De Luca ora il fronte si sposta sulle librerie e sui negozi di abbigliamento per bambini. Quelli aperti da Conte sul territorio nazionale ma tenuti chiusi – con alcune eccezioni – dal presidente della Regione sul territorio campano.
In Campania le librerie restano chiuse, mentre i negozi per bambini aprono due volte a settimana, dalle 8 alle 14. Scelta che, per il sindaco, non ha senso. Il Corriere del Mezzogiorno riporta le sue dichiarazioni.
«Se diciamo che bisogna evitare gli assembramenti non ci vuole un consulente dell’Istituto superiore di sanità per capire che, se apri i negozi due giorni a settimana e per giunta in orari determinati, è sbagliato anche dal punto di vista sanitario».
de Magistris contesta anche la chiusura delle librerie.
«La cultura è un argomento che sembra non interessare nessuno, come se non fosse necessaria. Si poteva creare un circuito, con le librerie di prossimità e di quartiere e le cartolibrerie, incentivando così un settore in forte difficoltà, aprendo con tutte le precauzioni ma anche, ed è la nostra proposta, con la consegna a domicilio di libri. Invece niente, come se la cultura non fosse necessaria. Davvero incomprensibile questa disparità tra le varie regioni. E non è bello che Conte vada in televisione a dire A e poi un presidente di regione dice B».
A pagare le conseguenze delle diverse ordinanze nazionali e regionali sono i cittadini.
«Davanti a questo misto di tragedia e commedia tra governo nazionale e governo regionale ci finiscono in mezzo il commerciante, il cittadino, il paziente, il lavoratore rimasto senza reddito. Questa architrave ordinamentale, istituzionale, giuridica e politica non regge. Si vede anche da queste piccole cose ed è un elemento che ci servirà per il dopo, sarà un tema che ci porteremo fino alla fine dell’emergenza».
Per il sindaco Napoli può ripartire il 4 maggio, «pur con le dovute cautele per la fase due». I primi nodi su cui puntare sono turismo e cultura.
«Stiamo programmando l’estate mettendo al centro proprio la cultura che è arma di riscatto, ripartiremo dagli spazi della socialità, dalla bellezza e proveremo a dimostrare che stare all’aperto, finita l’emergenza, sarà sicuro pur con tutte le cautele dovute. Ma Napoli ha spazi importanti, stiamo a lavoro sulla ripartenza perché aspettare renderebbe tutto più complicato».