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«Mortalità quasi nulla in età pediatrica, ma i bambini sono veicolo di contagio»

Il Corriere Brescia intervista il direttore dell’Ats, Claudio Sileo: «Gli effetti delle misure restrittive si vedranno a fine marzo»

«Mortalità quasi nulla in età pediatrica, ma i bambini sono veicolo di contagio»

Sul Corriere Brescia l’intervista a Claudio Sileo, direttore generale dell’Azienda di Tutela della Salute (Ats) di Brescia.

La provincia è la seconda in Italia per numero di contagi da Covid-19. Più di 1500 i contagi, a parte quelli in quarantena. Mentre anche il numero dei morti continua a crescere.

«È vero che oggi abbiamo misure più restrittive in Lombardia, ma questo non significa che tra tre giorni i casi caleranno. In questi giorni registriamo i pazienti che si sono ammalati quando le misure attive erano più blande di oggi».

Gli effetti delle misure restrittive introdotte si vedranno non prima di 14 giorni, dice, visto che l’incubazione del virus è di 14 giorni.

Per quanto riguarda l’Italia, visto che la linea dura è entrata in vigore domenica, occorrerà attendere fine marzo.

«Ragionevolmente gli effetti li vedremo a fine marzo. Se queste misure funzionano, è possibile che ci sia un calo dei contagi. I positivi sono tanti, però c’è chi guarisce e quindi, nel complesso, la popolazione suscettibile cala».

Sileo fa chiarezza sulla situazione dei bambini. Possono essere veicolo inconsapevole di contagio, dice.

«I dati mondiali parlano di una quasi nulla mortalità in età pediatrica, ma questo non vuol dire che i bimbi non si infettino. Anzi, possono essere serbatoi del virus. Se vanno dal nonno è facile che lo contagino: l’anziano è un soggetto a rischio».

Sulla mortalità maggiore tra gli anziani spiega:

«È molto aggressivo quando comincia a dare un quadro di polmonite e mette in condizione i polmoni di non lavorare a sufficienza. Capita a tutte le età, ma negli anziani il polmone è più vecchio. Nel soggetto più giovane quest’organo può reagire meglio, ma ha bisogno di aiuto. Tra i malati ci sono anche giovani, ma la mortalità è molto bassa. L’età e la presenza di più patologie influiscono».

Ma attenzione, ammonisce. Le misure vanno rispettate in modo ferreo perché sono meno restrittive di quelle con cui la Cina è riuscita ad arginare l’epidemia.

«La Lombardia come area rossa ha la stessa popolazione di Wuhan, ma nella città cinese non circolava nessuno. Queste misure sono meno restrittive di quelle in Cina, quindi applichiamole. Niente alibi, bisogna evitare i contatti il più possibile in questo mese».

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