Tra invettive e parolacce, urla e indicazioni tattiche («Non fanno quello che devono fare») il tecnico in seconda del Barcellona conferma lo sbandamento tecnico del club
Uno è lì, quasi immobile, impassibile. L’altro si sbraccia, erutta, parla, urla, grida. Setién e Sarabia, poliziotto buono e poliziotto cattivo, le due facce della medaglia tecnica del Barcellona.
Contro il Real Madrid è andato in onda una specie di show nello show, con le telecamere che inquadravano la panchina blaugrana e soprattutto il secondo di Setién che ne diceva di ogni.
“Gol, métela Antoine (Griezmann), me cago en mi puta madre”.
“¡Pero tirar a gol! ¡Me cago en Dios!”
“¡No hace nada de lo que hay que hacer..!”
“¡De repente empieza a jugar y a tirar, cuando tiene que jugar la pelota! ¡Coño!”
Sono solo alcuni dei labiali intercettati (e non censurati) da Diario As. Che raccontano la partita vissuta dal “braccio armato” di Setién, che invece guarda la partita senza quasi mostrare emozioni. Le due anime dello stesso Barcellona.
