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La Gazzetta sui falli di mano: il caso Tonali e poi Zielinski in Fiorentina-Napoli

Nei casi da rigore, che sono i più discussi in queste prime otto giornate, la discriminante principale è la posizione delle braccia. Il nodo è capire se il pallone è sulle braccia aperte rispetto al corpo o su braccia chiuse lungo il corpo

La Gazzetta sui falli di mano: il caso Tonali e poi Zielinski in Fiorentina-Napoli

La Gazzetta dello Sport analizza i casi più discussi di falli di mano delle prime otto giornate di campionato. Lo fa basandosi sul nuovo regolamento dell’Ifab che, a pagina 91, parla del tema.

Ieri sera, in Brescia-Fiorentina, c’è stato il caso Tonali.

Nel regolamento si legge:

«È un’infrazione se un calciatore ottiene il possesso/controllo del pallone dopo che questo ha toccato le sue mani/braccia e poi crea un’opportunità di segnare una rete».

È esattamente quello che è successo a Tonali, scrive la rosea. Al 4’ minuto ha fatto rimbalzare la palla sul proprio braccio. Donnarumma ha poi servito ad Aye la palla gol. L’arbitro Calvarese concede il gol, poi, richiamato dal Var Di Paolo, annulla e fa bene. La prima decisione corretta del campionato, scrive la Gazzetta.

Nei casi da rigore, che sono i più discussi in queste prime otto giornate, la discriminante principale è la posizione delle braccia. Il nodo è capire se il pallone è sulle braccia aperte rispetto al corpo o su braccia chiuse lungo il corpo.

Nel primo caso, annota la rosea, il testo specifica:

«È di solito un’infrazione se un calciatore tocca il pallone con le mani/braccia quando queste sono posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato dal corpo».

Un esempio è quello del rigore concesso domenica sera al Lecce nella sfida contro il Milan a San Siro: Conti cerca il pallone di testa ma impatta con il braccio destro aperto in avanti.

Il regolamento continua:

«L’infrazione si concretizza anche se il pallone tocca le mani-braccia provenendo dalla testa o dal corpo, piedi compresi di un altro calciatore vicino».

E’ quanto accaduto in Fiorentina-Napoli. In area c’è Zielinski, davanti a Castrovilli. Ha il braccio largo in modo innaturale, il pallone dalla gamba di Castrovilli batte sul braccio di Zielinski. E’ rigore e viene dato.

Il caso De Ligt è in un altro punto del regolamento. Il testo recita:

«se il calciatore tocca il pallone con mani/braccia quando queste sono al di sopra dell’altezza delle sue spalle (a meno che il calciatore non giochi intenzionalmente il pallone che poi tocca le mani /braccia)».

In quell’«a meno che…», scrive la Gazzetta, è racchiuso il caso De Ligt (Juventus-Bologna.

Al 93’, su cross di Skov Olsen, De Ligt prova a liberare la propria area e sfiora il pallone per giocarlo. Lo tocca, e la sfera gli finisce sul braccio mentre cade. Il rigore non c’è.

Ci sono poi altri casi.

Nel regolamento si legge che non c’è infrazione se il pallone tocca mani/braccia del giocatore

«se proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) di un altro calciatore che è vicino».

È quanto accaduto, alla prima giornata, in Cagliari-Brescia. Su calcio d’angolo, Cerri salta, manca la palla che viene presa di testa da Chancellor, che è alle sue spalle. Il braccio di Cerri, che in quel momento dà la schiena all’altro giocatore, è sfiorato dal pallone. L’arbitro concede il rigore al Brescia, ma sbaglia.

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