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Mancini don Abbondio con Bonucci, il lungo elenco di figli e figliastri in Nazionale

Il codice etico di Prandelli, le scelte di Ventura, il pugno di ferro del Mancio con Zaniolo e Kean e poi chiude gli occhi sulla simulazione del capitano

Mancini don Abbondio con Bonucci, il lungo elenco di figli e figliastri in Nazionale

Anche Roberto Mancini, dopo un iniziale “qui comando io” si piega alla logica dei precedenti Don Abbondio alla guida della Nazionale. Deboli con i forti e forti con i deboli. O forse solo opportunisti. O meglio ancora, piegati alle logiche dei “vecchi” dello spogliatoio, che forse ancora oggi gestiscono le dinamiche della nazionale.

Nel 2010 Balotelli e Cassano furono esclusi da Lippi ufficialmente per problemi tecnico/disciplinari, mentre in realtà era lo zoccolo duro dello spogliatoio a non gradirli. Allo stesso tempo alcuni dei convocati ne facevano di cotte e di crude, come poi i fatti di cronaca rivelarono successivamente, ma giocavano lo stesso. Senza essere neanche capaci di far qualificare la nazionale al secondo turno del mondiale di Sudafrica, nel girone più semplice che la storia del calcio italiano ricordi.

Dopo pochi mesi da quell’ingloriosa eliminazione, arrivò Prandelli. Che iniziò con proclami di massima equità verso tutti i calciatori. E proprio Balotelli e Cassano, tornati grazie a lui in nazionale, lo portarono vicinissimo all’Europeo 2012. Poi iniziò anch’egli il percorso dei ct “Don Abbondio”. Esclusione dalle convocazioni per chiunque fosse stato squalificato in campionato. “Codice etico” lo chiamava lui. Tranne poi dimenticarsene con Chiellini reo di una gomitata a Pjanic in Roma-Juventus e squalificato per 3 giornate. Ma convocato ugualmente. Fino a chiudere il suo percorso di ct immolando Balotelli sull’altare sacrificale del colpevole numero uno dopo l’eliminazione ai Mondiali di Brasile 2014. Probabilmente dietro pressione dello “spogliatoio”, e fornendo l’alibi più comodo a calciatori molli in campo ma tosti con i compagni più giovani, e che nulla fecero per raddrizzare le sorti di quel mondiale, soprattutto nella partita decisiva contro l’Uruguay.

Il finto “pugno di ferro” continuò con Conte ricordato con la massima gloria negli annali del calcio italiano per un formidabile e festeggiatissimo approdo ai quarti di finale degli Europei 2016 (come Islanda, Galles e Polonia, tanto per fare un esempio). Il ct escluse a lungo Insigne dopo che il medico della nazionale lo ritenne non utilizzabile a causa di un infortunio, infortunio che Conte giudicò di comodo. Nonostante che lo stesso ct avesse provato Insigne in allenamento e verificato che non si era ancora ripreso. E nel frattempo convocava calciatori che non hanno lasciato traccia nella storia recente del calcio italiano, ma noti per essere suoi fedelissimi.

Dopo Ventura, che ha vissuto due anni di convocazioni e formazioni quasi prive di logica, ecco che Mancini ci casca a sua volta. Esclude Zaniolo e Kean per motivi disciplinari (si trattava quasi di una marachella), ma si tiene stretto Bonucci dopo una odiosa simulazione in Nazionale, tra l’altro con la fascia di capitano al braccio. Una reprimenda, anzi un buffetto, e via. I cattivi comportamenti sono scandalosi per alcuni e trascurabili per altri.

A proposito di simulazioni, i censori di Mertens sono in vacanza? Quelli che avevano gridato allo scandalo dopo Fiorentina-Napoli non hanno ancora acceso la tv?

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