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Grazie a Conte, la Juventus sta costruendo una squadra europea

È il decreto crescita la chiave per arrivare a De Ligt e Rabiot, ed entrare tra i primi cinque club d’Europa. Il prosieguo di un cammino intrapreso dieci anni fa

Grazie a Conte, la Juventus sta costruendo una squadra europea

Il 2019 sarà un anno di grande cambiamento per la Juventus appena affidata alle cure psico-tattiche di Maurizio Sarri. Un mutamento pari a quello avvenuto nel 2010, con l’avvento della nuova dirigenza guidata da Beppe Marotta. In quell’anno che oggi suona lontano, dipinto come fallimentare a causa del settimo posto finale, sono state poste le basi per la grande cavalcata del decennio successivo. Chi avrebbe mai pensato, tra gli juventini (come noi) nostalgici delle gesta vincenti di Del Piero, Zidane, Nedved e Trezeguet, che gli acquisti di Pepe, Barzagli, Bonucci e Storari avrebbero preparato il terreno per la rosa vincente che ha conquistato 8 scudetti consecutivi? Se nel 2010/2011 l’obiettivo era tornare ad essere subito vincenti in Italia, nel 2019/2020 la vera sfida è tornare a vincere in Europa.

Una questione di soldi?

Per comprendere la crescita esponenziale della Juventus negli ultimi anni si può guardare al valore totale della rosa. Secondo Transfermarkt.it, nel 2010 la rosa Juventina valeva 322,4 milioni di euro. Il solo Gigi Buffon, con i suoi 30 milioni, valeva quanto un decimo dell’intera squadra. Nel 2019 il valore della rosa è molto più che raddoppiato: oggi i tesserati della Juventus valgono nel loro insieme 745,5 milioni di euro, il solo attacco vale più dell’intera rosa del 2010 (334 milioni) e il centravanti della Juventus è il giocatore più pagato del mondo nonché più prezioso dell’intera serie A.

E la Juventus non ha ancora fatto mercato nel 2019. O meglio, si è portata avanti con la solita politica che ha caratterizzato la gestione Marotta, di cui ha fatto tesoro il fido (fino allo scorso anno) Paratici: pianificare gli acquisti con un anno di distanza, portare avanti le trattative con metodologie che trascendono la classica trattativa con procuratori e direttori sportivi, chiudere gli affari prima che la stampa (o gli altri operatori di mercato) percepiscano che i movimenti siano anche solo partiti. La “nuova triade” guidata dal Presidente Agnelli e dall’icona Nedved ha in programma per il prossimo anno un’ulteriore crescita nell’obiettivo di conquistare l’ambito trofeo continentale e, ancor più ambizioso, entrare nel novero delle top 5 mondiali.

Dal punto di vista del valore della rosa, infatti, sempre secondo Transfermarkt.it la Juventus occupa solo l’11° posto, prima in Italia. La superano, come preventivabile, le big del calcio inglese e spagnolo (il Manchester City è primo seguito a ruota da Liverpool e Barcellona, tutte e tre superando il miliardo di euro in valore dei giocatori), ma anche i francesi del PSG e i tedeschi del Bayern. Un gap che da troppo tempo subisce il calcio italiano ma che, nel futuro, potrebbe gradualmente colmarsi grazie a un nuovo approccio internazionale.

L’assist di Conte (ma non quello che pensate voi)

Tralasciando qualsiasi velleità di analisi tecnico tattica, che lasciamo agli inesperti (troppo spesso) o ai veri nerd del calcio giocato, è utile comprendere come mai la Juventus si stia rivolgendo quest’anno più che mai al mercato internazionale. L’addio di Allegri, che alle spalle ha una vincente e longeva carriera tutta italiana, e l’arrivo di Sarri dalla recente esperienza inglese, non bastano a giustificare la serie di trattative che vedono coinvolti soprattutto giocatori provenienti da campionati stranieri (Olanda, Francia, Inghilterra, Spagna).

Uno dei motivi di questa esterofilia nasce proprio dal recente provvedimento del Governo Conte (che pensavate, leggendo il titolo?), il cosiddetto “decreto Crescita”. Il decreto legge (già in vigore, ma non ancora pienamente legge, quindi soggetto a modifiche) contiene infatti una norma che favorisce il “rientro dei cervelli” o l’agevolazione fiscale per lavoratori qualificati residenti all’estero che decidano di stabilirsi in Italia.

Con agevolazioni maggiori per le società del Sud (e da qui la suggestione – concreta – di James Rodriguez per il Napoli), il decreto prevede che dal 2020 anche gli stipendi di alcuni dei lavoratori più privilegiati in assoluto, ovvero i calciatori, diventino molto più abbordabili per i club. Per 5 anni è infatti previsto che il pagamento dell’Irpef avvenga solo sul 30% dell’ingaggio percepito, invece che sul 50%. Cosa significa, in pratica? Che se fino a oggi un calciatore che alla società costa 10 milioni ne incassa 5, e 5 li versa all’erario, da domani sugli stessi 10 milioni ne potrebbe incassare 7 (in piazze come Napoli, Cagliari o Lecce, per rimanere sui club meridionali in serie A, ne incasserebbe addirittura 9).

Da qui nascono tutte le valutazioni sugli stipendi “monstre” assegnati ai giocatori recentemente accostati alla Juventus, come Rabiot o De Ligt. Il francese, infatti, andrebbe a guadagnare 7 milioni a stagione (secondo TMW.com), ma la Juventus ne pagherebbe solo 10 annui di ingaggio (come per i 5 annui di Bonucci, per intenderci) rispetto ai 14 che avrebbe dovuto pagare senza il Decreto Crescita. Stessa cifra per il gallese Ramsey. Per l’acquisto dell’olandese De Ligt si parla di un ingaggio di 12 milioni di euro, ovvero circa 16 milioni lordi: meno di quanto attualmente la Juventus paga per Gonzalo Higuain, futuro partente deluxe dopo il fallimento a Milan e Chelsea.

Follow the money, per vincere in Europa

Sfruttando il decreto Crescita, con assist di Conte (Giuseppe) la Juventus sta quindi cercando di ottimizzare le spese per costruire una squadra vincente, e scalare la classifica delle top 10 mondiali: gli arrivi di Ramsey (preso a zero, valore di 40 milioni) e quelli attesi di Rabiot (da 0 a 35 milioni) e De Ligt (70 milioni con un potenziale di 12-15 anni di carriera) porterebbero il valore della rosa a superare i 600 milioni complessivi, anche al netto delle cessioni di Cancelo e dei veterani Mandzukic e Khedira. Perché il motto “follow the money” nello sport come in economia è sempre più valido. E la Juventus, dopo anni di dominio tecnico nel calcio nostrano, vuole alzare l’asticella anche tra le big mondiali.

Disclaimer: questa rubrica di approfondimento sulla Juventus ospiterà tematiche che spesso sono trascurate nel corso dei dibattiti sportivi in radio o tv. Indiscrezioni giornalistiche, interpretazioni geopolitiche, punti di vista economico-finanziari per capire come i bianconeri riescano sempre a puntare all’unica cosa che conta. E molto spesso, la ottengono.

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