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Gianni Mura: «Non è stato il Napoli di Parigi»

Il commento di Mura su Repubblica: «Bella partita a Napoli, pareggio che fa comodo alla Juventus. Alla squadra di Ancelotti è mancato qualcosa in fase conclusiva.».

Gianni Mura: «Non è stato il Napoli di Parigi»

Il commento su Repubblica

Gianni Mura commenta il campionato sulle pagine di Repubblica. Si parte proprio da Napoli-Roma, anzi dalla fine, dal pareggio di Mertens: «Un gol che evita la terza vittoria consecutiva della Roma al San Paolo. Il Napoli stramerita il pari, che in realtà gli serve poco, come poco serve alla Roma. La Juve torna a più 6 sul Napoli e questa sera in chiave Champions c’è Lazio-Inter. Bella partita quella di Napoli, con due squadre che vorrebbero solo vincere ma devono accontentarsi. La Roma va in gol al primo tentativo, il Napoli all’ultimo. Due gol giustamente annullati per fuorigioco, un palo, molte buone occasioni sciupate per difetto di mira (Insigne su tutti) per gli azzurri. Un salvataggio di Albiol sulla linea per la Roma».

L’analisi dopo la sintesi: «Ancelotti ha fatto recitare ai suoi un solo copione: attaccare e poi attaccare. Altra scelta non aveva. Non è stato il Napoli di Parigi, gli è mancato qualcosa negli ultimi venti metri, dove ha fatto piovere un’infinità di cross alti su cui il solo Milik poteva avere qualche speranza. Buonissima prova di Fabian Ruiz, tecnica di prim’ordine, un sinistro melodioso. Nei movimenti ricorda un po’ Surjak. Un suo slalom, nel primo tempo, con assist finale a Insigne, valeva il prezzo del biglietto. Non è stato il Napoli di Parigi, se non nello spirito. Coraggioso, intraprendente, col solito Allan dovunque. Il gol è casuale, Callejon svirgola il tocco che diventa un assist per Mertens. Il belga era il più abbacchiato, avrebbe voluto giocare dall’inizio. Secondo me Ancelotti poteva farlo entrare prima (idem Malcuit).

La Juventus

Mura continua parlando di Juventus: «Se il risultato di Empoli può scoraggiare gli inseguitori, il gioco dei bianconeri a Empoli può incoraggiare gli inseguitori. Altra partita sofferta più del previsto e del dovuto. Dal Chievo, gara d’esordio, all’Empoli, in campionato non è cambiato molto. In Europa è cambiato moltissimo. Tanto da ribaltare il tormentone dell’anno scorso: perché non vediamo in Champions la Juve di campionato? Ora il tormentone è: perché non vediamo in campionato la Juve di Champions? Perché la Juve fatica al Castellani dopo aver dominato a Old Trafford?

Ronaldo: «La Juve ha vinto vinto perché aveva Ronaldo, l’Empoli ha perso perché non ce l’aveva. Ogni discorso sulla Juve attuale non può prescindere da questo giocatore extralarge, con una vita fatta di gol, palloni d’oro, lotte col fisco, orologi da due milioni di euro, guadagni stellari, denunce per stupro, cose hollywoodiane fino a un certo punto: quando c’è da allenarsi, CR7 s’allena come e più di un broccaccio che ha due ferri da stiro al posto dei piedi.  La sua presenza ha due effetti. Uno sulla Juve, che in campionato più o meno consciamente si sente superiore, con lui prima o poi il gol arriverà, qualcosa s’inventerà. Qualcosa del genere capitava anche al Napoli con Maradona. Il secondo effetto è su chi affronta la Juve: in Europa con più rispetto, un rispetto che confina col timore, in Italia con più attenzione e lasciandole meno spazio».

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