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So Foot si interroga: «Perché così tanti calciatori italiani sono affetti da Sla?»

Tra cronaca e denuncia: il magazine francese ricorda i casi di Borgonovo, Lombardi e tanti altri giocatori. All’interno, le dichiarazioni di Chantal Borgonovo e del pm Raffaele Guariniello.

So Foot si interroga: «Perché così tanti calciatori italiani sono affetti da Sla?»

Tra cronaca e denuncia

In Francia, la Sla – Sclerosi Laterale Amiotrofica – è conosciuta come malattia di Charcot. Oggi ne scrive So Foot, anzi ci apre addirittura il sito internet. E lo fa in riferimento al nostro calcio, ai tanti calciatori italiani morti a causa di questo male tremendo. Addirittura, il calcolo del magazine transalpino spiega che l’incidenza sugli ex giocatori italiani è 20 volte più alto rispetto alla popolazione “normale”.

L’articolo è tra cronaca e denuncia. Si parla del Como e della Fiorentina, dei tanti decessi prematuri o comunque improvvisi: Beatrice, Ferrante, Saltutti, Longoni, Mariani, Lombardi, Borgonovo. E poi si racconta delle inchieste del Pm Guariniello, di cui sono riportate alcune dichiarazioni: «C’è stata una grande collaborazione nel mondo del calcio, ma non è arrivata nessuna indicazione utile. Di tanto in tanto, però, vengono fuori nuovi casi». C’è anche una domanda sull’omertà nel movimento italiano, un quesito malizioso a cui Guariniello risponde con malizia: « Non so se c’è omerta. Però posso dire che a volte è più facile trovare un pentito nei procedimenti legati mafia».

Chantal Borgonovo

Anche Chantal Borgonovo, moglie di Stefano, racconta la sua esperienza: «Sono stata accanto a mio marito per anni, non si è mai drogato o dopato. Ovviamente, però, non possiamo essere certi che lo abbiano drogato o dopato, inconsapevolmente. Il calcio è stata la sua vita, non poteva credere che uno sport che gli ha dato così tanto potesse essere responsabile della Sla, della sua malattia. Inoltre, l’ipotesi del doping non regge a confronto con il ciclismo, in cui girano molte più sostanze alteranti e non c’è traccia della Sla».

So Foot parla di altre ipotesi: i raggi utilizzati per verificare e curare gli infortuni, farmaci cardiotonici, materiali radioattivi negli stadi. Però c’è anche una questione meno “oscura”: la genetica. Scrive così, So Foot: «Gli scienziati hanno fatto molti studi, la Federcalcio italiana sostiene di aver investito un milione di euro nella ricerca. E la genetica potrebbe essere una causa». Che, evidentemente, non basta per spegnere la voglia di farsi domande, di cercare la verità.

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