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Sarri: «Voglio lasciare Napoli e questo popolo con amore reciproco»

In conferenza: «Se è stato deciso dal campo? Quando perdi, devi stare zitto. Se avessi vinto, ti avrei detto due o tre cose»

Sarri: «Voglio lasciare Napoli e questo popolo con amore reciproco»
Maurizio Sarri (Photo Matteo Ciambelli)

La conferenza stampa di Sarri al termine di Napoli-Torino 2-2

Fare più del secondo posto è impossibile?

«Penso di no, perché quello che si è visto oggi lo vedi in pochi stadi italiani. Giocare o allenare qui è una esperienza unica. Poi se uno vive la gioia del popolo come una pressione insopportabile, è malato. È la città ideale per vincere qualcosa poi ci sono situazioni contingenti, non siamo la società più ricca né potente d’Italia. C’è da andare sopra a tante difficoltà che però non sono inerenti alla città»

Vince lo scudetto la squadra più ricca, più potente o c’è anche altro?

«Certi episodi possono spostare i valori, se si parte dai soldi fanno la differenza e fanno anche componente tecnica della squadra. Gli episodi incidono. Nella 35esima giornata se togli le differenze d’orario e prendi i minuti della partita, al 43esimo della partita di Milano e il quarto della nostra, passi dallo stare sopra al campionato finito. Non siamo stati fortunati negli episodi, preso tre pali, abbiamo avuto quattro infortuni (due Milik e due Ghoulam) di grande entità»

Quando deciderai il tuo futuro e quanto incide quel che hai visto al San Paolo?

«Quel che ti fa vivere questo popolo incide in maniera pesante ma incide anche nel metterti paura che tutto possa finire. Voglio lasciare con amore reciproco nei confronti dei napoletani. Facendo altri cicli, ci sarebbero anche momenti di difficoltà. Dopo Madrid, sono rimasto volentieri per l’amore della tifoseria nei miei confronti».

La scadenza

«Dalla fine del campionato al 31 maggio ci sono undici giorni, un tempo più che sufficiente. Se per voi sono partite inutili, io sono un pazzo scatenato, lotterò perché questa squadra si tolga la soddisfazione di andare oltre i novanta punti»

Colloquio col presidente 

«Con la premessa che il presidente mi ha fatto vivere un’esperienza straordinaria, gli sarò grato in terno per questo. Ho fatto tutto le scelte per il bene della squadra, per fare più punti in campionato, l’ho fatto in buona fede. Se non è contento, mi dispiace, può sempre andare all’opzione. Io non ho litigato col presidente, mi è dispiaciuto più per Spalletti che si è visto attaccato dal presidente del Napoli. Io sono abituato».

Striscioni per Sarri

«Se uno pensa solo a quest’aspetto, uno vorrebbe rimanere qui a vita. Poi però ci sono altri aspetti cui bisogna pensare. Voglio conservare questo ricordo per la vita. Vediamo dai giocatori che hanno in animo di prendere direttore e presidente. Le parole di Hamsik? Se non resto, lo porterò via con me»

Lo ha deciso il campo?

«Non lo so. Siamo andati a giocare la partita di Firenze con la morte nel cuore, al quinto espulsione di Koulibaly e abbiamo visto davanti a noi una montagna non scalabile. Quando perdi, devi stare zitto. Se avessi vinto, ti avrei detto due o tre cose»

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