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Mura: «La Curva ha invitato De Laurentiis ad andare via. Io non lo farei, e se li accontentasse?»

Gianni Mura, su Repubblica, commenta l’epilogo del campionato: «La Serie A e la stessa Juventus devono solo essere grati al Napoli».

Mura: «La Curva ha invitato De Laurentiis ad andare via. Io non lo farei, e se li accontentasse?»

Il commento su Repubblica

«Lo scudetto più sudato della Juventus». Scrive così, Gianni Mura, nel suo commento su Repubblica. L’editorialista del quotidiano romano fa i complimenti al Napoli, anzi parla di gratitudine: «Ha tenuto il discorso aperto fino a tre domeniche dal termine. Ed è stato certamente più bello da vedere. Anche gli juventini dovrebbero essere grati alla squadra di Sarri».

Quest’ultimo è un bel concetto, perché parla di calcio a livello strutturale ma anche critico: «Vincere con un distacco abissale è segno di strapotere su avversari non fortissimi. E poi perché da tempo nel calcio italiano non si facevano discorsi sulla bellezza. E sulla praticità. La Juve non è la formica, il Napoli non è la cicala, La Fontaine è disoccupato. Direi che, in rapporto ai mezzi a disposizione, il Napoli è portatore di generosità offensiva, la Juve di generosità in generale. Cuadrado e Mandzukic che fanno i terzini, anche questa è generosità. Lo spettacolo ne risente, ma alla
fine i conti tornano. Anche se i bianconeri sono talora criticati da una tifoseria cresciuta a pane e caviale».

«Campionato incerto».

Secondo Mura, è stata una bella Serie A: «Un campionato incerto, capace di grandi colpi di scena, è un bel campionato. Basta guardare appena dietro l’angolo. Il Napoli vince a Torino su una Juve anche più cotta che gioca malissimo. Ma, senza la capocciata di Koulibaly, Allegri sarebbe dipinto come abile gestore di distanze. Dopo la capocciata, Allegri è una capra. Il Napoli ha il vento alle spalle, a 5’ dalla fine la Juve è sotto a San Siro, con l’Inter in 10 che la prende a pallate. Già, ma rimonta e vince. E il vento cambia direzione, è contro il Napoli che crolla (in 10) a Firenze. E non riesce a battere il Torino. La Juve, solita rimontina sul Bologna. La differenza negli ultimi due mesi l’ha fatta il genio della lampada: Allegri ce l’aveva: Douglas Costa. Sarri no».

Ora, un nuovo progetto per entrambe. Allegri «ha avuto con la Juventus un corretto rapporto professionale, non di grande amore». Sarri, invece, «ha le scarpe piene di sassolini, che si terrà nella speranza di ammorbidire il presidente sulla liberatoria (se lo scordi)». In realtà, però, Mura sta anche con De Laurentiis: «Battaglia di striscioni al San Paolo: “Sarri uno di noi”, ma un altro dava
al presidente del servo di palazzo e lo invitava bruscamente, in rima, a levarsi di torno. Ignoro il grado di permalosità di AdL, ma se fossi tifoso del Napoli non premerei su questo tasto. E se vi accontentasse?».

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