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Scontro Sky-Gazzetta per le parole di Tebas. Il direttore Monti: «Malizioso parlare così di Cairo»

Guerra aperta per i diritti tv, Sky contesta le crtiche di Tebas e definisce Cairo «editore e presidente». Replica della rosea, che spiega: «Non scriviamo sotto dettatura».

Scontro Sky-Gazzetta per le parole di Tebas. Il direttore Monti: «Malizioso parlare così di Cairo»

Confronto diretto

Nel mare magnum delle polemiche sull’arbitraggio di Inter-Juventus, è passato in secondo piano uno scontro tra titani (Sky Vs Gazzetta dello Sport) in merito ai diritti televisivi. Se vogliamo, una partita ancora più importante per il futuro del calcio italiano. In pratica, è andata in questo modo: la Gazzetta, sabato, ha pubblicato un’intervista a Javier Tebas, boss della Liga spagnola. Tra le righe delle dichiarazioni del manager spagnolo, c’è un attacco abbastanza chiaro a Sky: «Vuole mantenere una posizione di privilegio e di controllo sul prodotto più importante che ha e vuole pagare la Serie A meno di quanto vale».

Immediata la replica della tv satellitare, con un editoriale di Federico Ferri: «Tebas non si permetta. Non può dire che Sky vuole avere posizioni di privilegio. Se questa azienda è ancora qui oggi a investire e a innovare lo deve solo alle sue capacità. E alla forza di battersi nel settore pay tv più competitivo d’Europa. È soltanto compito della Lega decidere come vendere i suoi diritti. E noi faremo come sempre la nostra parte, se ci verrà consentito. Da sempre Sky si è attenuta alle regole imposte da legislatore e Autorità, l’azienda fa e farà quanto possibile perché anche gli altri soggetti operino con lo stesso rispetto». Il riferimento è al ricorso presentato dall’azienda di Murdoch al tribunale di Milano per bloccare il bando di Mediapro.

Mancano le esclusive

Sky rivendica la sua posizione e i suoi investimenti: «Negli ultimi anni, abbiamo investito 7 miliardi di euro nel calcio, per far crescere la bellezza del prodotto. Tebas non dice che a Sky e agli altri broadcaster non è stata data finora l’opportunità di concorrere, di fatto, per l’intera posta dei diritti Serie A, come è stato concesso a Mediapro, o nemmeno per un’esclusiva parziale, come accade in tutti i campionati europei, Liga inclusa. È curioso ­che Tebas usi le stesse identiche parole proprio di Mediapro, sarà questione di comunanza linguistica, o di comune sentire, dato che i rapporti sono strettissimi e il presidente della Liga tifa per i catalani anche in Italia. Lasci lavorare chi da anni si impegna per il calcio italiano. La federazione, la Lega, le squadre e le televisioni».

La controreplica di Andrea Monti

La Gazzetta ha deciso di controbattere di nuovo, con un commento firmato dal direttore Andrea Monti. Che chiarisce subito: «Tebas non ha diffamato la pay tv, l’ha criticata. È cosa ben diversa. Inoltre è una sua opinione e non necessariamente corrisponde alla nostra: pare superfluo ricordare che la Rosea non fa da ufficio stampa a nessuno né ha mai scritto sotto dettatura».

Il vero punto centrale del pezzo di Monti riguarda la figura di Urbano Cairo. Che è editore della Gazzetta, e nelle sinergie in seno alla Lega viene presentato come “uomo vicino a Tebas”. Quindi anche a Mediapro. Il presidente del Torino, tra l’altro, era uno dei sostenitori del manager della Liga quando si ipotizzava un suo trasferimento in Italia, come boss della Lega.

Scrive così, Monti: «Sky ha il sacrosanto diritto di replicare, anche duramente, alle parole di Tebas. Ma l’accostamento iniziale a Urbano Cairo, “editore (anche della Gazzetta, n.d.r.) e presidente”, più che malizioso risulta francamente offensivo. La verità è che Cairo non ha “candidato” il manager spagnolo alla Lega di A per iniziativa personale. La selezione è frutto del lavoro di una commissione a cui hanno partecipato pure Napoli, Inter, Milan e Samp. E il prescelto risultava assai stimato dagli stessi vertici di Sky Italia. Se lo ha sostenuto pubblicamente non è certo in quanto “nemico” della media company di Murdoch ma come uomo di grandi risultati e riconosciuta capacità».

«Il contenuto di quella intervista – conclude Andrea Monti – può piacere o non piacere. Ma l’analisi impietosa e appassionata del nostro calcio conferma che Tebas era l’uomo giusto per riformarlo dalle fondamenta,. Cosa di cui tutti i tifosi ­ tra cui molti abbonati di Sky ­sentono urgente bisogno. E che la sua rinuncia è stata un’occasione perduta».

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