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Sconcerti: «Buffon non può chiudere la Champions con una spinta all’arbitro»

L’equilibrata analisi dell’editorialista del Corriere della Sera: «Il rigore? Difficile contestarlo, difficilissimo accettarlo»

Sconcerti: «Buffon non può chiudere la Champions con una spinta all’arbitro»

Rigore corretto ed esagerato

È l’analisi più moderata, forse più oggettiva, quella che porta la firma di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera. L’editorialista di via Solferino scrive che la Juventus ha perso la qualificazione all’andata, che il gol decisivo non è stato il rigore di ieri sera di Cristiano Ronaldo bensì la rovesciata dell’andata.

Ha utilizzato parole giudiziose sull’episodio più discusso, il rigore concesso al 93esimo per fallo di Benatia su Lucas Vazquez:

L’arbitro poi ha deciso tutto all’ultimo minuto con un giudizio che aveva correttezza ed esagerazione. Difficile contestarlo, difficilissimo accettarlo.

Ma Sconcerti, giustamente, è andato oltre. Scrive che non c’è distanza tra le due squadre, che “la Juve ha comunque battuto il Real a casa sua in modo netto, pauroso. Esce dalla Champions senza aver capito dove ha davvero sbagliato”.

Buffon

Si sofferma su Buffon:

Le difficoltà di Higuain a rimanere solo, la leggerezza di Pjanic, un fuoriclasse che si è abituato al facile; la presenza di Buffon fino in fondo, fino alla spinta all’arbitro che non può chiudere la sua carriera in Champions. Non è chiaro ormai dove sia il limite di Buffon, se nella necessità di smettere per età o nel bisogno che ne hanno gli altri. Niente dice che debba farlo, tantomeno la partita di Madrid.

Chiude così:

Le squadre sono allo stremo della loro grandezza, questo le rende imprevedibili e vicine. Entrambe un po’ troppo usate. La forza della Juve è stata rendere la seconda gara una moneta impazzita, ma aveva già buttato via la qualificazione. Il Real è una bellezza rinascimentale che ha già preso la via del barocco. Dispiace, è mancato un soffio, ma era nell’aria.

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