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Gianni Mura: «Juventus, calcolo e attendismo non pagano sempre»

Il commento di Gianni Mura su Repubblica: «La Juventus ha meritato il ribaltone in extremis, perché il Napoli ha giocato per la vittoria».

Il commento su Repubblica

Iniziamo dal titolo: “L’attendismo e il calcolo non pagano sempre”. Accanto, il faccione felice di Kalidou Koulibaly pochi istanti dopo il gol. Repubblica commenta così, in apertura della sezione Sport, la serata di Torino. E fa “parlare” (scrivere) il commento a Gianni Mura: «Altro che riaprire il
campionato, più che una porta il Napoli ha sfondato un muro che aveva tenuto 90’. E adesso si guarda alle prossime 4 partite, ma non si può vedere
quanti e quali pensieri l’incornata di Koulibaly ha lasciato nell’anima della Juve, vantaggio ridotto a un punticino, e del Napoli».

Il concetto di Mura è semplice: «Ai bianconeri non può far piacere un altro castigo in extremis, dopo Madrid. Solo che stavolta è più meritato, e non c’è bisogno di prendersela con l’arbitro. È Benatia che lascia la libertà di colpire  all’avversario. Più meritato perché il Napoli, sempre alla sua maniera, ha giocato per vincere fin dall’inizio. Mentre Allegri ha dato l’impressione di voler controllare, anche lo 0-0 non gli dispiaceva».

Solo Higuain

Mura è molto critico con i giocatori bianconeri: «A parte Higuain, che quei pochi palloni giocabili li ha giocati per la squadra, l’attacco non esiste. Douglas Costa pare spaesato sulla destra, migliorerà passando a sinistra dopo l’innesto di Cuadrado. Quanto a Dybala, meglio sarebbe non parlarne».

Ma anche il tecnico, come da titolo, non viene giudicato esente da colpe: «Poco comprensibile la tattica della Juve. Avesse giocato così con Trapattoni l’avrebbero fischiata fino alla frontiera francese. Troppo utilitarista. Unica palla gol una deviazione casuale sul palo con una punizione di Pjanic nel primo tempo. Tiri in porta della Juve nel secondo tempo: nessuno. È vero che altre volte, senza incantare sul piano dello spettacolo, Allegri aveva portato a casa il risultato che voleva, e molti elogi aveva ricevuto per la sua abilità nel raddrizzare le partite con i cambi. Ieri non ci è riuscito, ci è mancato un pelo ma non ci è riuscito. Non è il caso di fare processi ma di ragionarci su: un po’ di generosità servirebbe più dell’attendismo e del calcolo, che spesso pagano ma non sempre».

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