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Sarri: «Basta definirmi provinciale, anche voi di Sky. Sacchi e Guardiola hanno vinto tutto, io niente»

«Nessuno è imbattibile, nemmeno il Manchester City. Ma sono la squadra più forte d’Europa, guidata dall’allenatore più bravo del mondo»

Sarri: «Basta definirmi provinciale, anche voi di Sky. Sacchi e Guardiola hanno vinto tutto, io niente»
Sarri / Foto Matteo Ciambelli

In conferenza stampa

Maurizio Sarri in conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Manchester City: «Vorrei che le emittenti televisive, anche la vostra (Sky), smettessero di parlare del mio provincialismo. Che poi per me non è un insulto. Io non sono come Guardiola, non posso mettermi al paragone con lui. Ha vinto tanto, io non ancora. Mi piace la sua filosofia, come escono dal pressing avversario, insomma parliamo di una squadra di livello assoluto. Si tratta di uno di quegli allenatori che hanno cambiato il modo di vedere il calcio

Il Manchester City rispetto al Real Madrid, al Napoli, al calcio europeo:

«Loro hanno introiti televisivi quadrupli, quindi hanno possibilità di spesa molto diversa. Anche in Premier, però, ci sono partite che finiscono al 30esimo. I campionati europei si stanno disequilibrando tutti. Loro hanno una capacità di impatto alla partita devastante, segnano tantissimi nei primi venti minuti. O chiediamo all’Uefa di partire al ventunesimo o dobbiamo avere un approccio diverso rispetto all’andata. Dobbiamo cercare di portarli nell’acqua alta. Spesso loro sono in largo dominio alla mezz’ora, dobbiamo farli uscire dalle abitudini e tenere in bilico il risultato. Sono anche in grande fiducia, in grande condizione fisica. Poi bisogna capire se loro sono calati per il doppio vantaggio o anche per merito nostro. Io credo che noi possiamo metterli in difficoltà. Noi non faremo un calcio diverso, e neanche loro. Gli eventi possono cambiare le cose, ma l’interpretazione sarà uguale».

Le parole di Bigon («Sarri meglio di Sacchi»)

«Se io smetto in questo momento di fare questo lavoro, non mi ricorda nessuno. Non ho vinto ancora, quindi non mi ricorda nessuno. Il paragone con Sacchi è un insulto nei confronti di Arrigo. Ha cambiato il modo di giocare a calcio in Italia e in Europa, ha vinto. I suoi grandi giocatori lo sono diventati dopo essere passati sotto la sua gestione. Mi fanno piacere i commenti di Bigon, è uno dei due tecnici che ha vinto a Napoli».

La rinuncia ad Allan e Jorginho contro Shakhtar e City: «È stata una scelta fatta in riferimento ai momenti contingenti. Affrontavamo in trasferta squadre che giocano molto tra le linee, quindi abbiamo scelto di usare un vertice basso più difensivo. Io penso che i tre-quattro cambi di una squadra ad altissimo livello non debbano alterare la qualità. Domani dobbiamo fare risultato, quindi potrebbero esserci scelte diverse».

Come si carica una partita decisiva come questa: «Non parlo qui come parlo alla squadra, sarebbe un bip continuo. Non so se è letteralmente decisiva, perché loro potrebbero vincere tranquillamente tutte le partite. In ogni caso, la partita decisiva è contro lo Shakhtar».

I sei punti di differenza tra Manchester City e Napoli

«In questo momento c’è questa differenza, speriamo che domani siano di meno. Loro non sono imbattibili, nel calcio e nella vita non c’è niente di imbattibile. Loro sono la miglior squadra d’Europa allenata dal miglior allenatore del mondo. Il San Paolo può fare la differenza? Certo, però è una speranza. Loro sono abituato a certo tipo di impatto, a certi ambienti. Da parte mia, sono convinto che nei primi minuti dell’andata il merito sia soprattutto degli avversari».

Fuori dalla Champions con la certezza di vincere l’Europa League: «In questo momento questa domanda mi offende. La mia squadra vuole continuare in Champions».

Le facce di cazzo all’andata e il man of the match che domani vorrebbe scrivere la storia: «Vorrei che un calciatore che non ha mai segnato facesse il gol decisivo. Le facce? Vorrei vedere le facce impaurite da parte loro».

L’uomo più pericoloso del Manchester City: «All’andata, il giocatore che ci ha messo più in difficoltà è Ederson. È lui che ha mandato a vuoto le nostre pressioni. I cinque giocatori offensivi valgono questa risposta».

Cambiare qualcosa nel pressing per ovviare al problema-Delph: «Loro restano undici, non è Delph il problema. È una cosa che ci succede quando troviamo le difese a tre. Cercheremo di non sbagliare laddove abbiamo sbagliato a Manchester. Spesso si parla di tattica senza tener conto della tecnica, i grandi giocatori altrimenti non esisterebbero».

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