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Genoa-Napoli 2-3, pagelle / Un Napoli in mitologia. Ancora in vetta all’Olimpo

I voti della strana coppia: Chiriches il migliore della difesa, Diawara pittore. Mertens: più del gol lo stop

Genoa-Napoli 2-3, pagelle / Un Napoli in mitologia. Ancora in vetta all’Olimpo

REINA. Il gol al 4’ è una sorpresa gelida e la serata è ancora lunga. Indi salva di piede, in condominio con Koulibaly, su Lazovic e poi dopo una manata salvifica subisce il due a tre. E una domanda avanza nella quiete dopo la tempesta, Ilaria: il tiro di Taarabt era imparabile? – 6

Un Centipede, Fabrizio, fratello dei centimani dell’Olimpo greco: un uomo, un piede; un piede santo, per giunta. Non saprei se il tiro di Tarabt fosse imparabile, certo era parabile quello di Izzo, su cui, invece, Reina va in apnea – 6

HYSAJ. Tomo tomo, cacchio cacchio è diventato uno dei soldatini più ordinati e diligenti dell’ortodossia sarrita. Callejon gli lascia sempre più spesso la fascia destra e Hysaj affonda e poi retrocede lesto. Perdipiù Perin gli nega il gol – 6,5

Ate lo induce all’errore: lui ci cade come una pera cotta e rischia di affondare noi – 5,5

Vlad come Orfeo

CHIRICHES. Il fuorigioco non scatta, Taarabt s’invola e il rumeno con la chierica conferma la nomea sinistra: quando c’è lui e non Albiol, il Napoli prende gol. Eppure è lui il migliore stasera là dietro, con tantissime chiusure di cui si perde il conto, di testa e di piede – 6,5

Al 17’ strappa una palla agli avversari che sembra Orfeo che va a strappare Euridice all’Ade. Sì, forse, se ci fosse stato Albiol… ma si rivela un Conte, il nostro Vlad – 7

Il momento giusto di Kalidou

KOULIBALY. Fino al 43’ del secondo tempo la sua partita è mediocre, da cinque e mezzo. Sul primo gol liscia su Galabinov, oltre al già ricordato fuorigioco non scattato. In generale è meno lucido del solito. Fino al 43’, appunto: nell’assedio finale genoano chiude in scivolata su Lapadula e si merita lodi e sufficienza – 6

Kalidou Kairos: ovvero, come si diceva nell’antica Grecia, il momento giusto, opportuno o supremo – 6  

GHOULAM. Anche lui dà la sensazione di avere bisogno di un po’ di riposo. Stantuffa con parsimonia e nel secondo tempo si eclissa durante il dominio gestionista degli azzurri. – 5,5

Per i Navajo, Fabrizio, l‘ordine cosmico dell’Universo si basa sul mantenimento dell’equilibrio, e le eclissi rientrano in esso. Tutto naturale, quindi, l’appannamento minimo: solo un momento per riflettere sull’ordine del Cosmo – 6  

Prima Caos, poi Piotr

ZIELINSKI. Appare meno mastino di Allan, ma l’apparenza si sa inganna. Zielinski ha soprattutto visione e nell’epilogo caotico della resurrezione rossoblu assicura recuperi preziosi – 6

In principio era il Caos. Poi si concentrò Zielisnki:al principio del secondo tempo si lancia in un volo d’angelo a sedere per terra e riesce a recuperare una palla destinata, altrimenti, ad essere persa. Da lì, un crescendo – 6  

Il semidio Diawara

DIAWARA. Quando gli viene tutto facile come stasera, vederlo è un piacere degli occhi e dello spirito. Pennella il lancio per il secondo gol di Mertens e due minuti dopo si ripete con un altro esempio magistrale di profondità, quando Dries tira, poi ci prova Hamsik, infine Zielinski – 7

Come un semidio regala un perfetto assist mortale al secondo gol di Mertens. Poi continua il crescendo – 7

Marek, il fabbro complicato

HAMSIK. Il giudizio su di lui continua a essere controverso, Ilaria. Forse il Capitano ha un male oscuro, oppure non ha niente e siamo noi a non capire. Certo, va al tiro due volte, di destro e di sinistro, ma colpisce la facilità con cui a volte gli strappano il pallone dai piedi. Il sei è per il bene che gli vogliamo – 6

È il nostro Efesto, il fabbro degli dei, protettore del lavoro manuale e di fatica, ma anche il più umano tra le divinità, imperfetto e dalla storia complicata. Stasera, però, gioca una partita migliore rispetto alle ultime – 6

ALLAN dal 36’ del secondo tempo. Sarri s’incazza per il due a tre e lo manda in campo ad arginare la foga genoana – 6

Come un dio della guerra lancia dardi di fuoco appena entrato in campo contro l’improvvisa e risorta guerra genoana – 6,5

Il Callejon total

CALLEJON. Fa il centrocampista aggiunto, il terzino aggiunto, si accentra spesso pure là davanti. Fa tante cose meno che l’esterno di destra, se non per un paio di tagli tentati da Insigne. È il calciatore totale, d’accordo, ma dovrebbe pensare di più a fare l’attaccante. Anche perché quando gli capita la palla buona lui cincischia e perde il tempo – 6

Come i dardi di Apollo potevano guarire o scatenare terribili malattie, così Callejon medica ogni parte della sua fascia spingendosi anche oltre fino a dove può. No, non rinuncerei alla sua opera di tessitore, Fabrizio, anche se vuol dire sopportare quelle vanifiche perdite di tempo – 6

Rog e il giallo

ROG dal 25’ del secondo tempo. Entra malissimo, non male. Si corregge con il passare del tempo. Fa un magnifico cambio di gioco per Insigne, poi fornisce un assist d’oro a Hysaj – 6

Forse se giocasse di più potrebbe gestir meglio la sua energia e imparare a contenerla. Per ora mi sembra Cerbero che con tre teste sorveglia il mondo degli Inferi, con il rischio, talvolta, di farci cadere dentro per intero. La novità è che appena entra, stavolta, subisce fallo da parte di Zucanovic, che prende giallo – 6   

Dries come Zeus

MERTENS. Dov’eravamo rimasti con lui, Ilaria cara? Al rigore maledetto dell’Etihad oppure ai peccati di egoismo contro l’Inter? Bene, Dries detto Ciro torna su una passerella regale. Fionda in rete una punizione che si è procurato lui stesso e acchiappa il pareggio. Poi quel gol, mamma mia. Artiglia e schiaccia sul prato il pallone di Diawara e dopo 68 centesimi di secondi lo mette alto in rete. Da cineteca o da cartone animato. Si distingue per altruismo, stavolta, e induce l’autogol di Zukanovic – 7,5

Pratico, determinato, insacca una punizione rabbiosa per un gol, quello del pareggio, che ci serviva come il pane. Sembra un condottiero: Zeus che torna da Crono e gli fa sputare i suoi fratelli (in questo caso il gol del Genoa) ingoiati per la maledizione di Uranio. Il secondo gol, poi, è da capolavoro epico: parte a sinistra, stoppa come a sopportare, come Atlante, tutto il peso del cielo, poi stacca dall’atmosfera il pianeta e lo lancia intero in rete. Peccato per non avergli potuto attribuire anche il terzo – 8

INSIGNE. Meno effervescente e più concreto, come quella palla a Mertens per l’uno a tre. Prova il tiroaggiro tre volte ma gli va male – 6

Per me Lorenzo è come Ermes, il dio dei viaggi e degli scambi, il messaggero. Fa da tramite ai vari comparti, atletico e maturo: al posto dei sandali alati, le scarpette da calcio. Forse è perché è abituato alla libertà che il tiroaggiro non gli riesce mai – 6,5

GIACCHERINI dal 44’ del secondo tempo. Sia benedetto per quelle palle tenute laggiù, sulla linea di fondo genoana, nel recupero – 6,5

Il Pan del Napoli, mezzo uomo e mezzo capra. Si diverte nella selva delle linee di fondo e delle bandierine e gozzoviglia – sv

La Furia Sarri

SARRI. Il Napoli recupera e sistema la pratica rossoblu in mezz’ora. Nel secondo tempo gli azzurri dominano e gestiscono ma il Genoa si scuote all’improvviso con un gol trovato per terra. Lui s’incazza e fa bene: quanto li avrà strigliati, Ilaria, negli spogliatoi? – 7

Si sarà trasformata in Furia di certo, Fabrizio. È così che me lo immagino – 7  

ARBITRO MAZZOLENI. Partita senza patemi e senza Var – 6

 Da Tartaro a Ipno, dall’oscurità al sonno. Incredibile la potenza del Var, Fabrizio – 6

ANNA FRANK. L’unicità della Shoah ancora una volta oltraggiata e vilipesa dall’ignoranza, dalla violenza e dall’idiozia. Non si accettano paragoni con altre situazioni e soprattutto non si banalizza l’Olocausto distribuendo il diario allo stadio. Voto a Lotito e governo del calcio – 3

 

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