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Lotito: «Non chiamateci più Lazietta. Ai tifosi sto regalando una società solida»

«Sono un presidente tifoso, non un tifoso presidente. Mi sono indebitato per la Lazio, l’ho salvata. Ora abbiamo il rating più alto del settore giovanile»

Lotito: «Non chiamateci più Lazietta. Ai tifosi sto regalando una società solida»
Lotito e De Laurentiis

«Presidente tifoso, non tifoso presidente»

Papponismi crescono. Claudio Lotito a Roma, fronte Lazio, vive una situazione analoga a quella di Aurelio De Laurentiis a Napoli. Ha salvato la società dal baratro, l’ha resa solida e l’ha portata a vincere trofei e a competere a ridosso delle prime posizioni, come nella loro storia è avvenuto solo con Chinaglia e Cragnotti. Eppure è ferocemente contestato.  è intervenuto l’altro giorno al Montefiascone Art Festival e ha rilasciato delle dichiarazioni riportate da cittaceleste.it.

Lotito si è dichiarato “presidente tifoso e non un tifoso presidente. La passione è fondamentale, ma bisogna avere i piedi per terra. Quando arrivai, tutti la consideravano una situazione impossibile. Mi sono sobbarcato di miliardi di debiti per salvare il patrimonio della Lazio. Per tre mesi ho dormito un’ora a notte, ma l’ho salvata. Poi – prosegue – quando ho salvato la Lazio, sono cominciati i complotti e le strumentalizzazioni politiche. Io sono il proprietario civile della società, però amministro un patrimonio storico sportivo della collettività».

«La Lazio deve produrre redditi. Non per me, per la società»

Lotito si sofferma sulla politica aziendale. «Ho stabilito un principio dopo aver salvato la Lazio: in quanto attività economica, deve produrre reddito. Non per me, ma per rendere autoconsistente la società. Oggi la Lazio ha 200 milioni di patrimonio immobiliare ed ha una prospettiva di club molto forte dal punto di vista economico-patrimoniale. È un regalo importante che sto facendo alla tifoseria. Non si vive di sogni».

«Voglio gladiatori, non mercenari»

Parla della Lazietta, di quel termine spregiativo. «Non voglio più sentire parlare di “Lazietta”, non è Lazietta manco per niente. Mi contestavano il settore giovanile, oggi abbiamo il rating più alto di tutte le squadre di Serie A. Abbiamo vinto due Supercoppe contro l’Inter di Mourinho e contro la Juventus che aveva conquistato tutto, due Coppe Italia e una rimarrà scolpita nella storia perché vinta contro la Roma. Quando sono entrato il primo giorno nello spogliatoio, ho detto: “Voglio dodici gladiatori perché il dodicesimo è chi combatte per degli ideali, al contrario dei mercenari”. Questo motto, nel tempo, ha ottenuto risultati nel tempo».

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