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Ok alle partite in contemporanea, ma biscotti e combine si fanno anche allo stesso orario

Preziosi ha ragione, esattamente come Sarri e Spalletti. Ma il fischio di inizio in contemporanea non garantisce comunque l’assoluta regolarità.

Ok alle partite in contemporanea, ma biscotti e combine si fanno anche allo stesso orario

Come stanno le cose

Chievo-Roma, Napoli-Fiorentina, Juventus-Crotone. Partite interconnesse. A orari diversi. I giochi scudetto sono praticamente chiusi, vero, ma il problema non è questo. Il problema è la possibile influenza degli altri risultati, quella che non si può decidere a tavolino. E che coinvolge anche squadre con obiettivi differenti. Esaminiamo, in questo senso, il tema centrale di questi giorni: ha ragione Preziosi a protestare per Juventus-Crotone non in contemporanea con le contender per lo scudetto? Cambierebbe qualcosa.

Una veloce rilettura nella storia del calcio spiega che la contemporaneità delle partite, in realtà, è un falso mito. Della serie: se i risultati si instradano in una certa maniera, non c’è partita che non possa cambiare risultato e favorire quelle che da noi si chiamano pastette, che nel mondo del calcio etimologico italiano restano in pasticceria e vengono definiti biscotti. Il caso più eclatante è recente, e arriva dall’Inghilterra: il Manchester City che perde per 1-2, al 91esimo, il match decisivo per il titolo. Lo stesso match era determinante anche per la squadra avversaria, per il Qpr. Che, una volta saputo il risultato contemporaneo dell’altra squadra in corsa per rimanere in Premer, si consegnò docilmente all’uno-due di Dzeko e Aguero. Il titolo al City. Nessuno ebbe di che recriminare. È il calcio che si fa, da sempre. Non nel senso che si deve fare, ovviamente. Solo che si fa comunque. Manon si dice, anche se Buffon cadde in questa trappola. “Meglio due feriti che un morto”.

Il virtuosismo della riduzione

Che poi anche noi napoletani dovremmo ricordare bene come si fa. Napoli-Genoa 2-2 del 1982 fu palesemente un biscottino anti-Milan; oppure, come italiani, dovremmo ricordare il 2-2 di Svezia-Danimarca a Euro 2004. Un bel biscottino che ci fu servito in contemporanea.

Della serie: Preziosi ha ragione. Effettivamente, una Juventus sicura di vincere il titolo dopo i risultati delle contender (difficle immaginare che la Roma non batta il Chievo, comunque) e reduce da una finale di Coppa Italia con vista su Cardiff potrebbe avere un atteggiamento più remissivo nei confronti del Crotone. Finendo per falsare, o comunque alterare la corsa salvezza. Allo stesso modo, però, abbiamo visto come la contemporaneità non sia indice di assoluta garanzia. Cambia poco.

Quel poco, però, avrebbe potuto sgorgare dalla testa della Lega. Della serie: se eventuali biscotti non possono essere del tutto scongiurati, si riducano almeno le occasioni. Si faccia in modo di giocare insieme, almeno da rendere più difficile – eventualmente – gli accordi, taciti o meno, tra le squadre in campo. “Organizzare” un pareggio per il Crotone al 70esimo, su un eventuale 2-0 per il Chievo contro la Roma, sarebbe molto più complesso rispetto a un X2 ottenuto contro una Juve distratta dalla festa. Ovviamente facciamo solo un’ipotesi, non vogliamo assolutamente pensare a una Juventus che regala punti al Crotone.

Ecco, il punto è questo. Le partite alle 15 delle ultime due giornate permetterebbero di evitare casini primordiali, preodrinati, preventivi. Ridurrebbe le discussioni, almeno. Magari non le allusioni e le recriminazioni ex-post, ma quella è un’altra cosa. È roba di campo, che succede e si esaurisce in campo. Perché in capo ci vanno gli uomini. Altri uomini dovrebbero cercare di scongiurare situazioni compromettenti. Dovrebbero, appunto.

Post scriptum

Sarri e Spalletti hanno detto la stessa cosa, sulla contemporaneità. Tra di loro, uguale a noi. Per le ultime partite di campionato si potrebbe fare un’eccezione. Nonostante le televisioni. Meglio vedere uno spettacolo avvincente nel risultato o una partita giocata in un altro orario mentre tutto è già deciso?

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