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Napoli-Juventus e la fuga dalle nazionali: tanto rumore per nulla

I casi che non sono casi: Reina, Mandzukic, Barzagli, Koulibaly, Dybala, Higuain, Dani Alves. La fuga dalle nazionali per Napoli-Juventus è figlia del calcio di oggi.

Napoli-Juventus e la fuga dalle nazionali: tanto rumore per nulla

Il problema di tutti

Ci abbiamo pensato un po’ prima di scrivere qualcosa. Nel senso: il fatto che Napoli-Juventus sia già cominciata, o che comunque se ne parli in relazione a tutto, non è certamente una notizia. Ci sta. Anzi, ci può stare. Quindi, tutti i “casi” Higuain, Dani Alves, Reina, Koulibaly e Mandzukic lasciano il tempo che trovano. Non sono casi, sono situazioni normali. Che si verificano (da) sempre e (per) sempre si verificheranno. La stessa polemica montata sulla presunta foto in discoteca di Andrea Barzagli si poggia sul nulla. Secondo il dj che gli fa compagnia nello scatto, tra l’altro, l’istantanea risale all’ora di cena (dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta). Quindi, nessuna notte brava lamentando «questioni personali» con Ventura.

Ma il punto non è neanche questo. Il punto è l’esasperazione dei toni su una questione annosa, che torna d’attualità a ogni pausa per le nazionali. Il rapporto tra gli interessi dei club e le partite internazionali è diventato controverso con l’ingolfarsi del calendario, quindi da una ventina d’anni a questa parte. E la discussione – sullo spostamento/concentrazione in un altro periodo dei gironi di qualificazione ai Mondiali o Europei, oppure sull’utilità di certi test amichevoli – è ciclica, continua. “Scandalizzarsi” o gridare allo scandalo perché prima di un match decisivo, o comunque delicato, i calciatori facciano “la corsa” per fuggire dalle nazionali vuol dire non essere aderenti al proprio tempo, non essere calati nella realtà. Vuol dire fare proprio un problema che in realtà appartiene a tutti.

Normalissimi giochetti

La storia recente del calcio europeo è densa di precedenti di questo tipo. Di espedienti per aggirare il regolamento, per presentarsi con una certa condizione fisica a determinati appuntamenti. L’ammonizione di Higuain e Dani Alves è come il ritorno anticipato di Koulibaly prima di Senegal-Costa d’Avorio. Lo stesso infortunio di Reina ha permesso al portiere spagnolo di prepararsi a casa Napoli, a Castel Volturno. Quello di Dybala, invece, non ha condotto a un rientro immediato a Vinovo nonostante le insinuazioni della prima ora. Insomma, non c’è assolutamente necessità di fare polemica. Di alimentarla dal basso, cercando o creando ovunque dietrologie o malafede.

Lo stesso concetto di anti-sportività è fuori luogo. Perché parliamo di partite consecutive dal diverso impatto sulla stagione. Prendiamo Barzagli, ad esempio. Un titolare quasi certo della nazionale italiana, con quasi 36 primavere sulle spalle, deve giocare (e quindi preparare) due Napoli-Juventus. 180′ che potrebbero valere un’ipoteca sullo scudetto e la finale di Coppa Italia. Dall’altra parte, un’amichevole contro l’Olanda senza alcun tipo di valore se non quello della sperimentazione. Ecco, voi cosa scegliereste? E voi Juventus, come cerchereste di organizzare la situazione?

Marzo non è settembre

Queste domande aprono un discorso ben più ampio: quello sulle nazionali nel bel mezzo della stagione. Anzi, in questo caso la situazione cambia: nel periodo più caldo della stagione. Quello in cui tutte le partite sono decisive, che un errore è più difficilmente recuperabile. Una cosa è settembre, con tutto l’anno calcistico davanti; un’altra è marzo, con i nodi che vengono al pettine e la ragionevole certezza che i punti a disposizione per riparare a una sconfitta sono sempre meno. O con una partita a eliminazione diretta di mezzo.

Quindi, come abbiamo detto nel titolo: tanto rumore per nulla. C’è altro a cui pensare, cose ben più importanti. E poi, come già detto: il calcio europeo è pieno di espedienti di questo tipo. Ricordiamo un Real Madrid di mourinhana memoria, con un gruppetto di diffidati tutti ammoniti alla quinta partita del girone Champions. Cartellini gialli cercati, voluti, gratuiti. In modo da presentarsi puliti alla fase finale. Un caso tra tanti, sportivo fino al giudizio soggettivo di ogni tifoso/appassionato. È il calcio di oggi, che ha lati positivi o negativi. Che piazza (malissimo) la settimana internazionale tra i match decisivi della stagione. E che permette di innescare facilmente polemiche sul niente. Smorzare i toni, quando possibile, è una necessità. È un dovere. E forse serve anche a preparare meglio la propria partita, che di solito è il modo migliore per provare a vincere.

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