Allegri convive con ambizioni importanti e ogni tanto resta schiacciato. Il gioco latita e affiora qualche preoccupazione.
“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. La massima della Juventus torna come un boomerang su Massimiliano Allegri che ieri sera si è arrabbiato non poco allo Juventus Stadium per il secondo pareggio interno consecutivo nel girone eliminatorio. Prima il Siviglia, poi il Lione: 1-1 con gol di Higuain su rigore e pareggio di Tolisso a dieci minuti dal termine, con Lacazette che non ha sfruttato l’occasione dell’1-2 all’ultimo minuto. La Juventus è seconda nel girone, la qualificazione non è in dubbio semmai lo è la conquista del primo posto. Ma, soprattutto, Allegri deve fare i conti con le aspettative, con una campagna acquisti pompata in maniera imbarazzante dai mass media e che a ogni passo falso presenta il conto. Se vieni dipinto come l’Invincibile Armata, diventa più complesso gestire fisiologici inciampi.
La Juventus è prima in campionato, ha battuto il Napoli 2-1 al termine di una partita vinta soprattutto a livello mentale e soprattutto perché gli avversari ancora non si sono liberati della loro presunta condizione di inferiorità. Buffon lo comprese e infatti al termine della partita ammonì l’ambiente: “Se vogliamo dire la nostra in Champions, dobbiamo migliorare”. E sì, perché Allegri sta vivendo una stagione opposta a quella che si sta ritagliando Sarri: Allegri convive non solo col desiderio di vittoria di scudetto e Coppa Italia (sono marginali per l’ambiente bianconero) ma con la dichiarazione di voler vincere nientemeno che la Champions League. Un obiettivo forse troppo ambizioso, che dalle parti di Vinovo sono convinti di poter raggiungere grazie agli acquisti di Pjanic e Higuain.
E proprio Pjanic oggi è stato definito dalla Gazzetta un corpo estraneo. Allegri non riesce a trovare una posizione per lui: avrebbe voluto trasformarlo in un Pirlo e non ci è riuscito, lo ha messo dietro le punte e ha deluso. Higuain sta funzionando, gli chiedono i gol e lui segna, lo ha fatto col Napoli, pure ieri sera – persino su rigore – e quindi nessuno si lamenta. Anzi, a ogni gol vengono fuori le statistiche sul rapporto tra gol segnati e minuti giocati, una media superiore a quella di Napoli. Sta di fatto che la Juventus gira fino a un certo punto. Che due squadre su due hanno strappato il pareggio in Champions allo Juventus Stadium. In campionato, invece fila tutto liscio, anche perché – anche – la Juventus non gioca tutte le partite contro squadre determinate. Tante si arrendono ancora prima di cominciare – Sampdoria e Sassuolo su tutte, con formazioni imbarazzanti – ed è un’agevolazione non da poco. Quando l’avversario gioca, o si perde (Inter, Milan) oppure si vince con la giusta fatica (Napoli, Lazio).
Serpeggia un certo nervosismo in casa Juve. Lo stesso Allegri scatta con discreta facilità, soprattutto in Champions. “Chi si vuole divertire, vada al circo”, è la frase simbolo di quest’anno. Lo strombazzamento del calciomercato deve poi appoggiarsi sui risultati e la stagione è lunga, gli acciacchi si fanno sentire anche a Torino. L’asticella posizionata troppo in alto potrebbe creare qualche problema. I mugugni sono cominciati da un po’. Le inseguitrici non si rassegnino troppo rapidamente, il campionato va giocato: la competizione è il sale dello sport.