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La rassegna stampa dopo Atalanta-Napoli 2-0 con Rog e Diawara

Sarri va in edicola col suo drone. Il Mattino: «Si torna ai tempi di Benitez». La Gazzetta: «A ottobre il turn over non serve».

La rassegna stampa dopo Atalanta-Napoli 2-0 con Rog e Diawara

Anche se è inizio ottobre, qui a Lago Patria sembra ancora estate, fa caldo. I ragazzini di Napoli non vengono più al mare, almeno ci siamo tolti un disturbo dalle palle. Nel mio chiosco edicola ci sono almeno 35 gradi. Sto a mezze maniche pure sotto Natale. Oggi è proprio nera, anche perché ieri il Napoli ha perso con l’Atalanta e io già non ce la faccio normale a lavorare il lunedì. Figuriamoci oggi. Che fa questo caldo e ieri abbiamo perso. 

Solo che se non apro proprio o non apro presto assai perdo il mio primo cliente. Non dovrei dirlo, lui non vuole che io lo dica o lo racconti in giro. Nel parco di fronte il mio chiosco, che per lui è una specie di bunker, abita Maurizio Sarri. Il lunedì mattina, o comunque il giorno dopo la partita, appuntamento alle 6.45. Quando è già tardi per le consegne dei giornali ma è ancora troppo presto per la gente. 

Lui viene sempre allo stesso modo. La tuta (però no del Napoli, un’altra), la sigaretta nella mano sinistra e l’iPad nella mano destra. A volte, con quello, ci pilota il drone. Lo porta a passeggio, tipo cagnolino. Lo fa sostare su di noi mentre mi allunga la carta da 50 e io gli do la mazzetta che nel frattempo gli ho preparato. Il Manifesto della domenica e Libero sono i primi due giornali. Quando gli chiesi perché non voleva che gli mettessi per prima, chessò, la Gazzetta, lui mi rispose che prima di pensare al lavoro gli veniva sempre voglia di piangere e poi di ridere. Non l’ho mai capita, questa battuta.

Lui, alle conferenze dice sempre che non gliene fotte un cazzo di leggere dei giornalisti. Non è vero. Si legge tutto, sul Napoli. Dal Corriere dello Sport a Cronache di Napoli, la settimana scorsa ho dovuto chiedere il favore di farmi arrivare qualche copia dell’Eco di Bergamo. Me l’aveva chiesta lui. Non sapevo nemmeno che esisteva, l’Eco di Bergamo. A Lago Patria, prima, non l’avevo mai visto.

Si parla assai di turnover, oggi, sui giornali. Mentre preparo la mazzetta a Maurizio, me li leggo. Se ne è già parlato ieri sera in tutte le trasmissioni che hanno trattato l’argomento Napoli. Ieri Maurizio ha messo Rog e Diawara a centrocampo dal primo minuto, vicino a Hamsik. Poi Strinic a sinistra. Ha cambiato tutto, l’Atalanta ha vinto 2-0. Hanno segnato quel calciatore argentino corto corto e il centravanti, uno giovane del Milan. Non sono bravo con i nomi degli avversari. In prima, sul Mattino, c’è scritto grande grande così: «Sarri come il peggior Benitez / Il tecnico azzarda il turnover a Bergamo, lancia Rog e Diawara e perde la faccia e la partita». Ieri pomeriggio, su Premium, Tacchinardi gli ha fatto la prima domanda così: «Ora che avete perso Higuain, che ne pensa di questo turnover eccessivo a centrocampo?». Ho chiesto a mio figlio, che fa l’università e quindi capisce più di me le cose, cosa c’entrasse Higuain con la domanda. Non mi ha risposto. nemmeno lui.

Su Repubblica, invece, hanno scritto che «Sarri ha mandato allo sbaraglio la squadra affidandosi a ragazzini alle prime armi. Va bene il turnover, ma non si possono inserire giocatori nuovi al posto dei senatori, pure se sono stanchi, così a cuor leggero». Dopo devo chiedere a mio figlio secondo lui chi deve mettere al posto dei senatori stanchi se non le riserve dei senatori stanchi. La Gazzetta, invece, ha scritto che Sarri «deve tenere a freno l’azzardo dei giovani tipico dell’allenatore di provincia, visto che l’Euro-Napoli che si ritrova, a inizio ottobre, non dovrebbe aver bisogno del turnover». Dopo aver preso la mazzetta, Maurizio si mette nei tavolini del bar accanto al chiosco. Un caffè senza zucchero e si mette a leggere. Quando vedo che sta leggendo proprio la Gazzetta, cerco di osservarlo. Per capire cosa prova. A un certo punto, dopo aver spento la cicca nel posacenere dell’amaro Averna, si mette a ridere e si appunta qualcosa sull’iPad. Il drone, ora accucciato accanto a lui, scodinzola.

In un altro giornale, se non sbaglio è Tuttosportdicono che «Sarri ha sbagliato formazione e ha imprudentemente lanciato due calciatori giovanissimi, senza grande esperienza in Serie A. Si notavano anche problemi comunicativi in campo, soprattutto con Rog che non parla ancora bene l’italiano». Se non sbaglio, dopo aver letto Tuttosport ha segnato qualcos’altro sull’iPad. Quando vede arrivare il primo cliente del bar, sempre la stessa signora con un tailleur grigio e una borsetta rossa, Maurizio fa il gesto di alzarsi dalla sedia per salutare. Poi si risiede, piega i giornali perbene e me li risistema come mazzetta. Me li riporta, la prima volta che lo fece mi disse che a lui basta leggerli una volta. Non vuole conservarli. Io me li rivendo. 

Quando finisce questo rito, quando mi ha riconsegnato i giornali, succede sempre la stessa cosa. Mano in tasca, pacchetto di Marlboro rosse, accendino e vai con la nicotina. I primi tempi offriva una sigaretta anche a me, poi ha smesso perché io ho smesso di fumare ormai 12 anni fa. Due giorni dopo il fallimento del Napoli, per la collera. Dopo che ha acceso la sigaretta e fatto il primo tiro, mi guarda e fa un commento su quello che ha letto. Una sola frase, secca. Quella di oggi è stata: «Chissà che cazzo sarebbe successo se avessi messo tutti i titolari e avessimo perso lo stesso…».

Ciao, Maurizio, gli faccio. Lui alza la mano, non parla e se ne va. Il drone sopra di lui. 

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