ilNapolista

Kiev fino a ieri era Dnipro. Ora è di nuovo la capitale dell’Ucraina

Ringraziamo Gasparri e il suo digitale terrestre che ci ha fatto intravedere la partita. E grazie anche a Shoccoski il portiere della Dinamo.

Kiev fino a ieri era Dnipro. Ora è di nuovo la capitale dell’Ucraina
Il mio Dinamo Kiev – Napoli 1-2
– Per la terza volta disputiamo la Champions. È tornata dopo 3 anni. Si è ripartiti da un luogo che rievocava una delle ultime cocenti delusioni: Kiev.
– Kiev fino a ieri era Dnipro. Da ieri è tornata ad essere la capitale dell’Ucraina.
– Esordio di Sarri in Champions ed esordio del Napoli su Premium. Anche se in realtà la partita è stata trasmessa su Canale 5 in chiaro.
– Non ho voluto dirlo prima, ma l’ultima volta che è andata in onda in chiaro, sempre col commento di Piccinini, è stata una sera a Bilbao. A proposito di cocenti delusioni.
– Approfitto per ringraziare Gasparri che ci ha obbligato a non vedere un caz col digitale terrestre.
– Dalle mie parti il segnale è come il giallo per Chiellini: sembra sempre che lo prendi, ma poi non lo vedi mai. E se nel mio articolo si ravvederanno errori o panzane, sapete con chi prendervela.
– Dopo aver ascoltato in religioso silenzio la musichetta europea, Piccinini ha commentato la stretta di mano dei due capitani, ricordando l’esperienza del veterano quarantunenne portiere della Dinamo, Shoccoski.
– Al 44esimo secondo, tra un’immagine sgranata e il Minao che ha iniziato a raccontarci vita, morte e miracoli del nostro compaesano Mario che si è trasferito in Russia a San Pietroburgo per intraprendere la carriera di chef e per trascorrere piacevoli ore con la pesca della trota Taimen sul fiume Neva, ho intravisto un bel passaggio di Albiol che ha permesso ad un avversario di calciare da centrocampo. Reina, attento, ha sventato la beffa in angolo.
– Dal 2′ sino al 10′ circa, ci ha abbandonato anche Piccinini ed è rimasta nell’aere solo la favola del Minao sul nostro amico, novello Sampei, che avrebbe partecipato ad una sorta di Masterchef russo.
– L’esordio romantico e sognato di questa nuova Chempions tanto attesa è stato brutalizzato da 4 fredde pareti e 4 scomodissime sedie il cui schienale rigido e verticale ci è entrato direttamente nei reni. Al 10′ circa infatti, ci siamo dovuti spostare dal morbido divano della camera in cucina. In compenso, il cambio televisore ha riacceso Piccinini e ha spento l’ansia che intanto si stava impossessando di noi e soprattutto ha spento (temporaneamente) le ricette di borsch e caviali sovietici del Minao.
– La partita, di per sé coinvolgeva come la birra che il Minao ha dimenticato di mettere in frigo e che gentilmente ci ha offerto.
– Il Napoli ha provato a prendere l’iniziativa, ma troppo spesso gli errori individuali non hanno permesso che si esprimesse il solito gioco fluido e veloce.
– Milik sconocchiava, Albiol continuava a credere di indossare la maglia bianca, Mertens si involava dimenticando il pallone un paio di metri dietro o allungandolo un paio di metri troppo avanti, Hamsik sbagliava appoggi elementari, Jorginho lanciava in profondità quando invece Calle gli veniva incontro, Hysaj si prodigava in lunghe cavalcate prima di cedere il pallone agli avversari, Ghoulam stava per combinare un disastro in difesa, Reina rilanciava direttamente in fallo laterale e Calle terminava in fuorigioco.
– La Dinamo non avendo tra le proprie fila fulmini di guerra, né giocatori troppo tecnici, eccetto forse il mancino Yarmolenko, ha tentato qualche sortita offensiva, ma mai ha dato l’impressione di riuscire ad affondare.
– In sintesi, Kievo – Empoli non avrebbe sfigurato.
– Impressione immediatamente smentita da Garmash che ha approfittato di un ponte di un compagno e della dormita della nostra retroguardia, potendo così stoppare la palla in piena area di rigore, farsi un paio di vodka, girarsi indisturbato e piazzarla nell’angolino. 1-0
– Insomma, dopo 25 minuti in cui l’emozione dell’esordio ha sicuramente influito sulle teste dei nostri giovani e del nostro televisore (sempre sia lodato Gasparri) sono riuscito a salvare due calci d’angolo di Ghoulam che finalmente e definitivamente ha tolto il ruolo di battitore a Jorginho, la tuta Champions nera che a Sarri sta come uno smoking e un paio di perle di Piccinini: Makarenko danza sulla palla e Ribalka ribalta l’azione.
– La scena invece si è ribaltata al 35′: il segnale è sembrato più stabile, Ghoulam finalmente è riuscito ad andare via sulla sinistra e a mettere un cross forte sul secondo palo. L’esperto quarantunenne Shoccoski ha dato un senso al suo nome restando piantato a terra nella classica terra di nessuno e Milik di testa ha sovrastato Vida per depositare il pallone dell’1-1 in rete.
– Poco dopo, Mertens ha seminato con un tunnel l’avversario e si è presentato solo, un po’ defilato sulla sinistra, pronto per infilzare il lupo di campo e sveglio Shoccoski. Da quella posizione è solito fare centro come Niccolò Campriani. Ieri inspiegabilmente ha sparato a salve. Fuori.
– Quando ormai sembrava che si andasse negli spogliatoi con la parità, a recupero scaduto, Calle ha indovinato un altro perfetto cross da destra per la testa del belga. Shoccoski con la sua grande esperienza è rimasto fermo impalato a guardare un suo compagno salvare di testa mentre il pallone stava per terminare sotto la traversa ed ha ammirato sempre più imbambolato il balzo di Milik che di testa, in leggero controtempo, lo ha fregato per la seconda volta. 1-2
È stato un attimo atroce. Il pallone ballerino non sembrava voler entrare e l’urlo è rimasto in gola per 2/3 secondi in più rispetto al previsto. Doveva essere un urlo di gioia, è diventato uno sfogo (con bestemmia: vfmk). Ho imputato tutto al segnale che è tornato a fare le bizze, alla sedia e al mal di reni.
– L’idea di tutti all’intervallo: se la squadra si fosse scrollata l’ansia, avesse giocato con più scioltezza e tranquillità e il Minao non avesse ripreso il racconto del nostro piccolo chef nelle terre oltre gli Urali, non ci sarebbe stata partita.
– Il secondo tempo è iniziato bene: qualche birra si è leggermente raffreddata, Mertens ha pescato Milik in area, il cui tiro è stato ribattuto; lo stesso Mertens in area ha toccato la palla 200 volte e non è riuscito a tirare prontamente; e sempre il belga, da posizione molto esterna, ha centrato un palo clamoroso.
– Al 68′, l’episodio chiave: il già ammonito Sidorchuk si è trasformato in Dzeko e si è tuffato in area. L’arbitro, che in Italia finirebbe chiuso in uno sgabuzzino, non ha potuto fare a meno di spedirlo negli spogliatoi. Dico “episodio chiave” perché qualcosa è cambiato, ma non so precisamente cosa.
– In teoria, terminare la partita con l’uomo in più avrebbe dovuto regalare serenità ed una gestione più agevole. O magari più energia per chiudere definitivamente i conti. In realtà, l’espulsione, come già avvenuto in un noto Napoli Inter dello scorso anno, ha innestato una sorta di braccino che è l’espressione palese di quando ti accorgi che da quel momento hai solo tutto da perdere.
– Il Napoli ha cessato di giocare. È diventato fin troppo tranquillo e ha atteso solo il triplice fischio. A più di 20 minuti dalla fine.
– Per fortuna la Dinamo non ha avuto la forza di presentarsi dalle parti di Reina e non è riuscita nemmeno a creare i presupposti per un pericolo con mucchi selvaggi in area di rigore.
– A proposito di goduria e mucchi selvaggi, vorrei far notare che, salvo i momenti in cui il segnale è scomparso (omaggi e lodi sempre alla signora Gasparri) o quando il Minao ci ha distratto con le aragoste baltiche in salsa di soia di Mario, Piccinini non si è espresso col suo cavallo di battaglia ed ha fortemente limitato il suo classico frasario hotline. Qui di seguito la classifica di ieri:
Numeroo, 4 volte
Brividoo, 3 volte
Non va, 3 volte
Penetra, 2 volte
Mucchio (o ammucchiata), 2 volte
Sciabolata morbida, 0 volte
Mucchio selvaggio, 0 volte
– Il Napoli ha meritato di vincere, ma di certo ci sono tanti aspetti da migliorare.
Forse ci siamo abituati troppo bene al bel gioco e inconsciamente ci aspettiamo sempre prestazioni brillanti e sopra ritmo, specie dopo la passata stagione e le goleade con Milan e Palermo. Ma siamo solo all’inizio, sicuramente la squadra crescerà e, se vogliamo proprio dirla tutta, quando si vince senza che ci si esprima al massimo, io godo di più. Nonostante birre calde, Gasparri, le trote della Neva e sedie spacca schiene (vfmk).
– Siamo primi nel girone. Grande Arkadius.
– Deve essere bella Kiev, capitale dell’Ucraina, eh?
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
ilnapolista © riproduzione riservata