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Le altre Italia-Germania, quelle in cui non abbiamo vinto (ma nemmeno loro)

Le altre Italia-Germania, quelle in cui non abbiamo vinto (ma nemmeno loro)

Stasera si gioca Italia-Germania, e in tv e su internet è tutto un rifiorire di video nostalgici sui precedenti tra le due nazionali. Giusto, per carità. La sfida tra le due superpotenze del calcio europeo ha uno storico incredibile, e incredibilmente favorevole all’Italia. Perché ok i famosi precedenti vittoriosi, 4 su 4 tra semifinali e finali mondiali, ma ci sono anche “le volte in cui l’Italia non ha vinto”. E sono comunque precedenti in cui nemmeno la Germania è riuscita a spuntarla, quattro pareggi su quattro. Di cui tre indolori per gli azzurri e uno decisivo in negativo. Insomma, la cabala è dalla nostra. A differenza dei valori in campo (e dell’amichevole del marzo scorso, 1-4) e dei pronostici di oggi, però. Comunque, ecco alcune pillole di queste quattro partite “dimenticate”.

31-5-1962, Italia-Germania Ovest 0-0

Primo turno della Coppa del Mondo cilena, azzurri e tedeschi nello stesso girone dei padroni di casa e della Svizzera. È l’esordio per entrambe le squadre, l’Italia torna ad un Mondiale a otto anni dall’ultima apparizione: ha saltato Svezia 1958 dopo aver perso le qualificazioni con l’Irlanda del Nord, e c’è grande attesa. Anche perché la squadra è promettente, pur non essendo prettamente Made in Italy: Sivori, Altafini, Maschio e Sormani sono i quattro oriundi a disposizione del ct Paolo Mazza che in realtà sarebbe il presidente della Spal e non un allenatore di calcio, ma all’epoca eravamo di manica larga. È coadiuvato da Giovanni Ferrari, bicampione del mondo negli anni Trenta, in realtà decide tutto lui. Per il match di Santiago, spazio a Sivori, Altafini e Rivera. In porta, con la fascia di capitano, Lorenzo Buffon (corsi e ricorsi). Parente lontano di Gigi, ma sempre parente. 

La partita è equilibrata, non ci sono grandi emozioni da tramandare ai posteri. Insomma, siamo appena all’inizio della rivalità tra le due Nazionali (è il primo incontro in una competizione ufficial), e poi è la prima partita di un Mondiale che sembra in discesa per entrambe, data la scarsa qualità delle avversarie. Lo zero a zero accontenta tutti, ma dopo finirà male per gli Azzurri: perderanno la testa e la partita nella Battaglia di Santiago, 2-0 per il Cile e inutile vittoria con la Svizzera. Per i tedeschi, vittoria con i padroni di casa e poi pure con gli elvetici. Poi la sconfitta, ai quarti, contro la fortissima Jugoslavia. Ma, ripetiamo, siamo solo all’inizio della leggenda.

14-6-1978, Italia-Germania Ovest 0-0

Otto anni dopo Città del Messico, i rapporti di forza sono cambiati e stanno cambiando di nuovo. I tedeschi hanno vinto l’Europeo del ’72 e i Mondiali casalinghi del ’74, poi hanno giocato un’altra finale nel ’76 contro la Cecoslovacchia, nella kermesse continentale in Jugoslavia. Quella è andata male, ed è il match sintomo di un ciclo che sta per finire. Anzi, è già finito: a Buenos Aires, non ci sono più Beckenbauer, Hoennes, Muller. Resistono, ma sono al passo d’addio, Sepp Maier e Berti Vogts. L’Italia di Bearzot è giovane e sfrontata, ha già battuto l’Argentina nel girone ed è considerata se non favorita, almeno leggermente avvantaggiata. Siamo nella seconda fase a gironi, è la prima partita e serve vincere, anche perché l’altro match tra Olanda e Austria pare parecchio scontato (e infatti finirà 5-1 per gli Oranje).

L’Italia domina i tedeschi, tanto che il giorno dopo la Gazzetta dello Sport titola: “Italia, che rabbia”. Salvataggio sulla linea di tacco per i tedeschi (Kaltz) dopo un grande progressione di Bettega, tirocross di Cabrini respinto dalla traversa e successivo tap-in respinto forse con il braccio, una partita intera all’assalto con i tedeschi a fare catenaccio. Ruoli invertiti, risultato strappato con i denti da una Germania Ovest (sì, il Paese era ancora diviso) in disarmo. Si sarebbe ritrovata due anni dopo, vincendo l’Europeo italiano. Ma poi Bearzot si sarebbe preso, a Madrid ’82, la più dolce delle rivincite.

10-6-1988, Italia-Germania 1-1

Vicini ha sostituito Bearzot dopo la figuraccia messicana, la Germania è stata due volte di fila vicecampione del Mondo e questa volta gioca in casa, nell’ultimo Europeo in cui è ancora “Germania Ovest”. L’Italia parte da outsider, non da sfavorita: la squadra è giovane, fresca, rinnovata. Il nuovo ct ha praticamente traslato nella Nazionale A la sua Under 21, e schiera a Dusseldorf un undici perciò giovanissimo: Zenga, Bergomi, Baresi, Ferri, Ancelotti, Donadoni, De Napoli, Mancini, Giannini, Vialli. Età media poco superiore ai 24 anni.

La Germania, ora allenata proprio da Kaiser Franz Beckenbauer, risponde con i futuri italiani Mattheus, Brehme, Voller e Klinsmann. I primi due sono stati appena acquistati dall’Inter, Voller gioca già in Italia nella Roma; Klinsmann, invece, avrà giusto il tempo di perdere una finale di Coppa Uefa col Napoli di Maradona prima di unirsi (pure lui) all’Inter. L’Italia gioca nettamente meglio, le occasioni da rete nel primo tempo arrivano dal piccolo Roberto Donadoni, e dalla sua abilità nel dribblare i difensori tedeschi. Il vantaggio azzurro nella ripresa, con il famoso “gol polemico” di Roberto Mancini. Capitano della Nazionale, il 10 della Samp era stato fortemente criticato dalla stampa per il suo rendimento azzurro. Poi il gol, che è una liberazione ma anche l’occasione per correre sotto la tribuna stampa e insultare i nemici-giornalisti. Poco dopo il pareggio di Brehme, una mezza ruberia dell’arbitro inglese Hackett, che punisce con una punizione in area Zenga, reo di aver tenuto troppo la palla. Finisce 1-1, la sensazione è che siamo più forti noi. Però poi, alla fine, l’Europeo sarà dell’Olanda, mentre il Mondiale di due anni dopo sarà proprio dei tedeschi.

19-6-1996, Italia-Germania 0-0

Sono gli Europei inglesi, l’Italia trova un sorteggio pessimo nonostante si presenti da vice-campione del mondo. Alla fine del torneo, scoprirà di esere stata eliminata dalle due finaliste. Questo nessuno può saperlo alla vigilia dell’ultimo match del girone, che gli azzurri devono vincere se vogliono qualificarsi. Sacchi sceglie Zola e Casiraghi coppia offensiva, dopo aver rinunciato a Baggio, Vialli e Signori al momento di stilare l’elenco dei convocati. La partita è accesa, l’Italia gioca meglio e la Germania di Vogts (nel frattempo diventato ct, e in sella dal 1990), nel frattempo riunitasi pure calcisticamente fin dagli Europei del 1992, sceglie la trincea. 

Potrebbe crollare subito, il muro bianco, quando all’ottavo l’arbitro belga Goethals assegna un penalty agli azzurri. Solo che Zola, divorato dalla tensione, si fa bloccare il tiro da Kopke. Ancora decisivo, il portiere tedesco, su Fuser e Donadoni, che dalla distanza provano a far saltare il fortino di Vogts, che arretra ancora di più dopo l’espulsione, al 60esimo, di Thomas Strunz. Finisce a reti inviolate, ed è un pareggio maledetto per gli azzurri. La Germania era già qualificata, ma fa il primo sgambetto della sua storia all’Italia in una competizione ufficiale. Fino a questa sera alle 21, resta ancora l’ultimo e quindi l’unico. Dopo, chissà.

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