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Il pessimo rapporto del Napoli con gli Europei: 11 convocati nella storia prima dell’edizione 2016

Il pessimo rapporto del Napoli con gli Europei: 11 convocati nella storia prima dell’edizione 2016

La premessa è necessaria, prima dell’analisi: l’Europeo è una competizione che nasce strana e si evolve in maniera ancor più particolare. Le prime edizioni, dal 1960 al 1976, sono infatti giocate non con una fase finale “vera”, ma con un mini-torneo a quattro squadre in una sola nazione ospitante. Fare un’analisi del rapporto tra un club e i suoi calciatori convocati nella storia del Campionato Europeo è quindi in ogni caso legato alla natura atipica di un regolamento che, soprattutto per le prime edizioni, metteva il torneo in nettissimo secondo piano rispetto al Mondiale.

Detto e chiarito questo, il rapporto del Napoli e le nazionali qualificate alle varie edizioni della competizione resta comunque molto negativo: dal 1960 al 2012, appena 11 calciatori totali inviati alla kermesse. L’esordio avviene insieme a quello della Nazionale italiana: 1968, Europei italiani (giocati anche a Napoli) e Zoff e Juliano in azzurro. Entrambi diventano Campioni insieme a Valcareggi e agli altri convocati, con un ruolo fondamentale: il portiere friulano è titolare a partire dai quarti di finale, poi per la semifinale contro i russi e in entrambe le finali contro la Jugoslavia, nel primo atto e nella vittoriosa ripetizione; paradossale invece l’utilizzo di Juliano, sempre titolare anche durante le qualificazioni e poi escluso dalla serata del trionfo contro gli jugoslavi.

La storia sembra quindi iniziare bene, ma è solo un’illusione: la successiva convocazione di un calciatore del Napoli a un Campionato Europeo arriva nel 1980, quando tocca a Mauro Bellugi rappresentare il club partenopeo nei 22 scelti da Bearzot per un altro Europeo casalingo. È una partecipazione assolutamente marginale, dato che il calciatore non gioca neanche un minuto, nemmeno nella finale per il terzo posto che si gioca proprio al San Paolo e che vede la Nazionale perdere dopo un’infinita lotteria dei rigori.

L’exploit vero arriva nel 1988, quando i calciatori del Napoli convocati da Vicini per Euro 88 sono addirittura 4 (record assoluto per gli azzurri partenopei in una grande competizione internazionale con la nazionale italiana): Ferrara, Francini, Romano e De Napoli. Tra questi, però, solo il mediano nato ad Avellino riesce a scendere in campo, con quattro presenze dal primo minuto che riportano il Napoli, vent’anni dopo l’ultima volta, ai Campionati Europei.

Quattro anni dopo, la prima partecipazione di un calciatore straniero di proprietà del Napoli a un Europeo: è Laurent Blanc, convocato dal ct francese Platini e schierato titolare in tutte e tre le partite che i Blues giocano nell’edizione che vedrà vincere a sorpresa la Danimarca. La crisi del Napoli porta ad altri 16 anni d’assenza, interrotti nel 2008 dalla partecipazione del terzino Garics all’Europeo organizzato da Austria e Svizzera. Il terzino, ungherese di nascita ma austriaco di passaporto, resta fuori dal match inaugurale contro la Croazia ma poi è titolare nelle sfide a Polonia e Germania.

Nel 2012 è la volta di Maggio e De Sanctis, che tornano a colorare d’azzurro (Napoli) le convocazioni della nazionale italiana: se per il portiere la strada è sbarrata dal monumento Buffon, per il terzino destro c’è una maglia da titolare per le prime due partite contro Spagna e Croazia. Poi Prandelli decide di passare dal 3-5-2, modulo preferito dall’esterno veneto, al 4-3-1-2: la scelta privilegia Abate, Maggio finirà in panchina e toccherà di nuovo il campo solo nei supplementari del quarto di finale contro l’Inghilterra.

Siamo ai giorni nostri: il prestigio crescente del club partenopeo, una rosa prettamente straniera e l’allargamento del torneo a 24 squadre permettono al Napoli di presentare alla kermesse francese in corso di svolgimento ben 6 calciatori: Insigne, Mertens, Strinic, Hamsik, Chiriches e Hysaj. Tra questi, solo l’italiano non è ancora entrato in campo. Gli altri, invece, sono tutti titolari nelle loro rappresentative, con Chiriches e Hamsik addirittura capitani. Dello slovacco, e chi sennò, il primo storico (e bellissimo) gol napoletano in una fase finale del Campionato Europeo. Come si dice: meglio tardi che mai.

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