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Horncastle e l’esclusione comprensibile di Pirlo e Giovinco: «Colpa della Mls», e cita anche Insigne

Horncastle e l’esclusione comprensibile di Pirlo e Giovinco: «Colpa della Mls», e cita anche Insigne

Niente Pirlo e niente Giovinco nell’Italia di Conte per Euro 2016. Due esclusioni che, a dir la verità, hanno fatto più rumore fuori che dentro l’Italia. Anche perché la risonanza della Mls è ovviamente maggiore in altri paesi, soprattutto quelli anglofoni, rispetto al nostro. 

Ecco anche il perché di un’analisi approfondita, quella di James Horncastle su Espnfc, sulla rinuncia del ct ai due ex juventini. Una scelta definita in qualche modo sia preventivabile che comprensibile, alla luce delle ultime convocazioni (i due erano assenti nell’ultimo match della nazionale) e pure della scarsa considerazione del sistema calcio italiano rispetto a quello che avviene nei tornei minori, ovvero quelli non appartenenti al club ristretto delle cinque leghe top (Italia, Inghilterra, Spagna, Francia e Germania). Leggiamo: «Non commettiamo errori di valutazione: Conte rispetta entrambi, e il rispetto è reciproco. Entrambi sono stati alle sue dipendenze alla Juventus. Però Conte non è un sentimentale. I due calciatori, poi, non hanno nemmeno avuto un ruolo importante durante il percorso di qualificazione».

Il discorso vira poi sui campionati, sull’importanza di disputare tornei importanti e di giocare titolari. Soprattutto in Italia: «Emanuele Giaccherini e Ciro Immobile sono tornati in Italia dopo essere finiti ai margini con il Sunderland e il Siviglia. Entrambi sono nella lista provvisoria dei 30 convocati. Le cose sarebbero andate diversamente se Pirlo fosse davvero finito all’Inter per il resto della stagione? Non lo sapremo mai. C’è sempre stato scetticismo circa le prestazioni dei giocatori al di fuori dei primi cinque campionati. Pellè per esempio, ha segnato 55 gol in due anni al Feyenoord e non è mai stato convocato da Prandelli. Il centravanti è entrato nel giro della nazionale solo dopo essersi trasferito in Premier, al Southampton. Rispetto a Pellè, Giovinco ha avuto molto più successo in Italia. Ma non abbastanza per fare in modo che la nazionale fosse costruita intorno a lui. Tanto che, per esempio, in Italia c’è più rammarico per un Balotelli che ha perso la strada imboccata quattro anni fa piuttosto che per la Formica Atomica».

Su questo punto, c’è anche la consapevolezza da parte dello stesso Pirlo e del ct: il primo, in un’intervista, ammise che era cosciente di quello che stava facendo con il trasferimento a New York. Il secondo, giusto ieri in conferenza stampa, gli ha fatto praticamente eco: «Quando si fa una scelta del genere metti già in preventivo che puoi pagare delle conseguenze».

Horncastle chiude poi parlando anche di campo, di compatibilità tattica. E cita Insigne: «Un altro problema di Conte riguarda il caso Insigne, che non sarebbe molto diverso da quello di Giovinco. Insigne è stato convocato, ma sia lui che il calciatore di Toronto non sono terzini e quindi non funzionerebbero nel suo 3-5-2. Quindi è stata anche una scelta dettata dal campo».

La chiusura è in linea col pezzo, ma scinde la reazione in base al giocatore: «Un torneo importante senza Pirlo è la fine di un’epoca. Uno senza la Formica Atomica? Beh, con tutto il rispetto, è diverso». Chapeau.

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